EVERDAWN – Venera

Pubblicato il 07/12/2023 da
voto
6.0
  • Band: EVERDAWN
  • Durata: 01:02:10
  • Disponibile dal: 08/12/2023
  • Etichetta:
  • Frontiers

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Arrivano dal New Jersey, gli Everdawn, con il grande desiderio di poter dare un forte contributo alla causa del symphonic metal.
Li avevamo lasciati al precedente disco, intitolato “Cleopatra”, edito nel 2021, ma ora il gruppo è pronto a pubblicare questo nuovo “Venera”, album fin troppo straripante di musica, con quattordici brani per oltre un’ora di durata complessiva.
I ragazzi della band devono essere cresciuti con il mito di Nightwish, Edenbridge e di tutte quelle band che hanno scritto le basi sulle quali si fonda questo genere, in particolare sul lato più powereggiante, visto che gli Everdawn tengono le distanze dalle sonorità più gotiche che spesso si fondono con questo filone musicale, puntando invece maggiormente su brani possenti e diretti.
Spinti dall’ugola variopinta della brava cantante canadese – e di origini russe – Alina Gavrilenko, il gruppo di origine statunitense dimostra di essere inattaccabile sotto molti aspetti, a partire dalla tecnica individuale per passare alla produzione, davvero pulita e potente.
Tutto perfetto, allora, durante l’ascolto di “Venera”? Non proprio, perchè a scricchiolare sono proprio le composizioni in sé, che purtroppo riescono raramente a colpire l’ascoltatore, trasmettendo molto più spesso la sensazione di una mancanza di appeal, con troppi elementi a circondare dei brani nei quali è proprio la sostanza ad essere deficitaria.
La chitarra di Richard Fischer, ad esempio, mostra lampi di enorme talento durante gli assoli sparsi lungo l’ascolto – fantastico ad esempio il suo contributo durante il break di “Images Everlasting” o nella tumultuosa “Samsara” – e spesso trova degli ottimi punti di incontro con il tastierista Boris Zaks, marcando esaltanti parti strumentali che a dire il vero sono ciò che di più riuscito si possa trovare in questo disco. Il basso di Alan D’Angelo, che va a rimpiazzare il partente Mike LePond, detta i ritmi con precisione, ma è la voce di Alina a prendere il proscenio alternando passaggi di voce lirica a momenti più rilassati dove la sua ugola angelica può muoversi con estrema dolcezza – vedi l’apertura con la sciapa “Cassiopeia”, dove si toccano note elevate spinte dal guitarwork sontuoso del già citato e bravo Richard, autentico mattatore durante tutto l’ascolto.
Troviamo poi arrangiamenti sci-fi sparsi qua e là a prendere il sopravvento, dando un tocco moderno ad alcuni brani che sembrano mancare di anima. Passione che invece salta fuori sulle note più immediate della melodica “Century Black”, che presenta bei cori ed un refrain azzeccato, e, subito dopo, nella maggiormente corposa e vigorosa “Silver Lining”, con rimandi ai canadesi Unleash The Archers. Ma è troppo poco per promuovere la proposta degli Everdawn; le orchestrazioni si fanno straripanti su “Justify The Means” e durante la title-track, la quale con le sue tinte moderne cerca di rendersi intrigante, risultando però poco incisiva, colpa in primis di soluzioni melodiche poco allettanti. La coraggiosa “Truer Words Ever Spoken” si dilunga per quasi tredici minuti tra momenti folk con tanto di cornamuse che esplodono andando a braccetto con le armonie di chitarra, per poi viaggiare accompagnando delle linee vocali celestiali che ricordano gli austriaci Edenbridge.
Gli Everdawn cercano insomma di piazzare il colpo da maestro con un disco davvero prolisso, complesso, articolato e ricco di tanti elementi. Purtroppo la sensazione è che la band abbia però sovrastimato le proprie capacità attuali, dimostrando di non essere ancora pronta per un passo così importante.

TRACKLIST

  1. Cassiopeia
  2. Century Black
  3. Silver Lining
  4. Karmic Partner
  5. Northern Star
  6. Justify The Means
  7. The Promise
  8. Crimson Dusk And Silver Dawn
  9. Venera
  10. Orion's Belt
  11. Images Everlasting
  12. Samsara
  13. Truer Words Ever Spoken
  14. Beneath the Well
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