6.5
- Band: EVERGREY
- Durata: 00:54:02
- Disponibile dal: 25/01/2019
- Etichetta:
- AFM Records
- Distributore: Audioglobe
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“The Atlantic” è il titolo del nuovo album degli Evergrey, il terzo di un’ipotetica trilogia, che il leader Tom S. Englund descrive come incentrata sull’avventura della vita, trattandosi di tre dischi focalizzati su eventi ed esperienze vissute dai membri della band. Di certo, si tratta del terzo disco a partire da quella che potremmo considerare la rinascita degli Evergrey, dopo un periodo di forte crisi, superata dalla rinnovata passione che portò poi alla realizzazione del bellissimo “Hymns For The Broken”, seguito poi da “The Storm Within”. Parliamo di due album senz’altro validi, per quanto a nostro avviso il secondo stia appena un gradino sotto al precedente: purtroppo, sotto questo punto di vista, il trend un po’ in calo prosegue anche con “The Atlantic”, non un brutto disco ma certamente meno brillante rispetto ai due predecessori.
Un aspetto che balza subito in evidenza è dato dal fatto che la band dimostra di aver voluto decisamente indurire il sound rispetto ai propri standard: già l’attacco di “A Silent Arc” mette in chiaro le cose, con un riff quasi inimmaginabile per gli Evergrey, ma non si tratta di un caso isolato, bensì di una scelta ben precisa, che si riscontra di fatto anche in altre tracce, specialmente nella prima parte della tracklist. Ciò sembra andare un po’ a discapito di quello che è sempre stato uno dei punti forti della band, cioè la capacità di creare un sound sì deciso, ma leggermente dark ed intriso di un certo mood malinconico, esaltato da avvolgenti atmosfere e suadenti melodie. In tal senso, la band opta appunto per riff più pesanti, provando ad inserire qualche intermezzo più atmosferico o qualche divagazione strumentale, dove si sforza di suonare in modo più tecnico. Al di là, tuttavia, di un Johan Niemann al basso davvero in grande spolvero, non si può dire che i risultati siano particolarmente convincenti, anche perchè non sembra essere questa una delle principali prerogative in dotazione alla band, il cui sound è magari caratterizzato da qualche venatura prog, ma questo non è mai stato in fondo un aspetto preponderante nel loro sound. Tra i brani, spiccano la già citata “A Silent Arc”, la più accattivante “Weightless”, l’anthemica “All I Have” e la melodica “Departure”, ma anche “Currents” (dove si riscontrano influenze dei Genesis) e “The Beacon”.
In definitiva, in “The Atlantic” ci sono indubbiamente belle canzoni, ma non si può dire che, in generale, vi ritroviamo gli Evergrey più brillanti ed ispirati: la band sembra stavolta procedere quasi per inerzia, proponendo un disco un po’ autoreferenziale e di esperienza, dove si riscontra qualche buona idea ma parecchie cose appaiono alquanto prevedibili: nonostante ciò, tutto sommato Englund e compagni sono riusciti a mantenersi su buoni standard qualitativi e, del resto, nulla al momento lascia presagire nuove eventuali crisi in seno alla band.