7.5
- Band: EVERY TIME I DIE
- Durata: 00:31:41
- Disponibile dal: 01/07/2014
- Etichetta:
- Epitaph
- Distributore: Audioglobe
Spotify:
Apple Music non ancora disponibile
“From Parts Unknown” arriva a servizio dei fan della band giusto un paio d’anni dopo “Ex-Lives”. Non che gli Every Time I Die abbiano mai pubblicato un disco mediocre, ma quest’ultimo capitolo discografico è sinteticamente un bel dito in culo a tutti quelli del deleterio mantra ‘suonateci le vecchie canzoni’. Già leggendo ‘prodotto da Kurt Ballou’ le teste si girano, e dal primo ascolto poi il ghigno compiaciuto si alterna all’incredulità di fronte alla costanza qualitativa del quintetto di Buffalo. Il Re Mida del nuovo hardcore influisce sull’opera, se lo fa in qualche modo, nell’attacco deragliante heavy e velocissimo che segna la maggior parte delle tracce, facendo regredire il gruppo ai pazzi esordi di “Last Night In Town”. La band non perde comunque la propria maturità e la capacità di stupire con aperture melodiche sorprendenti, così che l’aggressività e le ritmiche quasi ‘math’ (“Exometrium”) vengono affondate dal punk groove di “Decayin’ With The Boys“ e “Old Light” (con la partecipazione di Brian Fallon dei The Gaslight Anthem), per poi spiazzare tutti con l’intermezzo voce/piano di “Moor” e coinvolgere col southern metal di “El Dorado”. Gli ETID sono in qualche senso i Queen del metalcore: sono a loro agio in parti lente e veloci, heavy o melodiche, possono essere ironici o drammatici, possono sperimentare, sputtanare e fare i matti mantenendo la loro credibilità. In qualunque salsa li mettiate, gli ETID la vivono con la loro intrinseca confidenza e si pongono sempre con stile. Recuperando parte della solarità e della voglia di divertirsi che mancava nel precedente capitolo, la band dei fratelli Buckley e del re della gimmick Andrew Williams va nuovamente a centro, restando nell’elite dell’hardcore contemporaneo.