8.5
- Band: EVERY TIME I DIE
- Durata: 00:34:28
- Disponibile dal: 23/08/2005
- Etichetta:
- Roadrunner Records
- Distributore: Universal
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E’ qualche mese che gli Every Time I Die hanno incendiato Bologna conil loro primo impatto nella penisola, e in quel periodo si cominciavagià ad assaporare il seguito atteso del successore di “Hot Damn!”, unalbum davvero troppo sfacciatamente promettente. Dopo pochi ascoltiperò non solo la prodezza si conferma, ma supera facilmente ogni piùrosea aspettativa: il talento della formazione di Buffalo si ètrasformato in genialità, racchiusa nelle paurose undici track checompongono “Gutter Phenomenon”. Raramente il post-hardcore, o hardcoreevoluto, o in qualunque maniera vogliate etichettarlo, è impregnato ditanta fantasia e da una così grande e spaventosa urgenza, orpellata dauna varietà impressionante e da un senso della melodia così infettivo epericoloso. I melodici sono sicuramente l’innesto che colpiscemaggiormente, tanto sbilenchi e irresistibili che è facile definirecommerciali visto quanto sono ficcanti, in realtà inseriti ad unascolto più approfondito in intrecci e riff da urlo. La varietà è senzadubbio uno dei pregi maggiori per i ragazzi di Buffalo, che schiantanogiocosamente generi e hooks, infilando con sfacciataggine claps ecampane da vacca in pezzi tiratissimi. Il pregio è senza dubbiol’abbattimento delle barriere e delle etichette, hardcore, metal,avant-punk e l’impersonificazione dell’attitudine rock n’ roll sonouniti con una insana dose di violenza, in mezzo a breakdown, ritmiincontrollabili e riff caotici, merito tanto della band quanto delfrontman Keith Buckley, che sembra essere tre singer assieme: ungutturale growler metalcore, uno sfasciato indie rocker e un sensibilepop-screamo guy. La pazzia sarcastica evolve di traccia in traccia, e itesti non possono che fare a meno di confermare l’intricata, brillanteintelligenza e voglia di divertirsi del combo. Un disco ambizioso esuccoso dunque, impreziosito dai featuring del maffo Gerard Way, singerdei My Chemichal Romance (tagliato dal video di Kill the Music!) e delprecursore dell’ondata emocore, lo sfortunato e sottovalutato DarylPalumbo (ripresosi dalla sua pop overdose), oltre che da un bookletspettacolare che fonde i simboli del rock n’ roll con un bestiarionaturalistico. L’album più rinvigorente per l’hardcore dai tempi deiDillinger Escape Plan, e uno dei contender per il trono di discodell’anno.