7.5
- Band: EVERY TIME I DIE
- Durata: 00:10:10
- Disponibile dal: //2009
- Etichetta:
- Epitaph
- Distributore: Self
Difficile star dietro agli Every Time I Die, soprattutto nel tentare di descrivere quel calderone di ingredienti musicali che compongono il loro hardcore multiforme e sfaccettato. Fondendo noise estroso a copiose parti da mosh, riff southern, scream hardcore, melodie rock e sarcasmo intelligente, i ragazzi di Buffalo continuano la loro personalissima evoluzione musicale mischiando ancora una volta le carte in tavola e variando le dosi degli ingredienti, in modo da non deludere i fan dell’amatissimo “Hot Damn” nè i giovani stregati nei vari Warped Tour. Per movimentare le cose, in “New Junk Aesthetic”, quasi in antitesi con la firma per l’etichetta mainstream punk per eccellenza Epitaph, la band diminuisce le influenze rock n’ roll degli ultimi due lavori per tornare all’aggressività veloce e spastica dei primi dischi, riuscendo sempre, incredibilmente, a mantenere intatto il gusto nel produrre riff stravaganti e groovy, e a incastrarli in brani da tre minuti. E’ la incantevole intensità di pezzi come "The Marvelous Slut", "Organ Grinder" e "Who Invented the Russian Soldier", che fondono math rock a liriche surreali, a caratterizzare l’album e a rendere gli Every Time I Die tanto unici e distanti dal carrozzone, unitamente al fatto che queste vanno a braccetto con brani come "Turtles All the Way Down", “The Sweet Life” e il primo singolo "Wanderlust", dove viene sfoggiato il talento nello scrivere canzoni dalla struttura classica e più immediatamente fruibili. Le ospitate di Matt Caughthran (The Bronx), Greg Puciato (The Dillinger Escape Plan) e Pete Wentz (Fall Out Boy) sono indice della schizofrenia musicale che tanto ci ha fatto amare gli Every Time I Die, uno dei pochi gruppi in grado di unire violenza, minacciosità, urgenza a una vena sfacciatamente comica. Non saremo ai livelli di “Hot Damn!” e “Gutter Phenomenon” forse, ma nessuno potrà ritenersi deluso: stappate una bottiglia, alzate il volume, è di nuovo party time.