EVERY TIME I DIE – Radical

Pubblicato il 28/12/2021 da
voto
8.0
  • Band: EVERY TIME I DIE
  • Durata: 00:49:09
  • Disponibile dal: 22/10/2021
  • Etichetta:
  • Epitaph

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Fa un po’ strano andare a disquisire – anche se in ritardo, lo confessiamo – dell’ultima scintillante fatica (nono album in oltre vent’anni di carriera) degli Every Time I Die mentre, stando ad alcuni post apparsi di recente sui social media, la band sta attraversando qualche momento di subbuglio. Schermaglie non propriamente in punta di fioretto, almeno a leggere quanto si sono detti tramite i rispettivi profili social ufficiali il cantante Keith Buckley e il resto della formazione. Non ci addentreremo oltre nella questione, sperando possa trattarsi soltanto di un momento di tensione andato un po’ oltre e che questo straordinario gruppo possa ricompattarsi e rimettersi a viaggiare, se non d’amore e d’accordo, almeno famelico, geniale e produttivo come lo è stato finora. Il termine geniale nel loro caso non ci pare buttato lì a caso o uno di quei superlativi tanto oggi in voga per definire come eclatante e sensazionale qualcosa che, in definitiva, nella maggior parte dei casi è solo buono o un poco sopra la media.
Per gli Every Time I Die, se già non bastassero la loro lunga storia e i punti esclamativi disseminati in ogni dove della loro discografia, parla a sufficienza, con argomentazioni ampie, sicure, frizzanti e sopra le righe l’adrenalinico e sfaccettato “Radical”. Una creatura a molteplici teste, braccia e gambe dalle coloriture così vistose, variabili, inquiete e imponderabili da mettere in difficoltà, nel tentativo di sintetizzarne i contenuti. Come del resto sarebbe riduttivo parlare di una continuazione del percorso precedentemente intrapreso. Nonostante, in tutta la sua traboccante creatività, una simile espressione sia pure molto veritiera. Approdati al nono album, difatti, i (non più) ragazzi di Buffalo rimangono un sole intramontabile nell’affollato panorama metalcore, mathcore o in qualsivoglia maniera vogliate definire la loro proposta. Certamente, degli Every Time I Die rimane incontrastato il primato di essere tante cose in una, e di non essere secondi a nessuno in qualsiasi ambito decidano di operare. Volete il ritornello melodico da cantare in coro durante i concerti o in cameretta? Pronti, ve ne sono di memorabili qua dentro. Preferite tempi mosh per ridurre in cenere le vertebre? Non si indugerà nemmeno in quello. Attacchi sperticati, fuori controllo, totalmente disarticolati? Non si lesina neppure da questo punto di vista. I breakdown iperpesanti ci sono, ponderati con attenzione; i tempi dispari di accecante tecnica, il chitarrismo in bilico tra musicalità travolgente e caos scoppiettante, non manca mai.
Ad assurgere quale elemento focalizzante, a ben tendere l’orecchio, è la capacità di incastrare lirismo, follia, spensieratezza, foga e violenza sfrenata in un impasto sempre sensato e che ha dalla sua un’orecchiabilità quasi impossibile da ritrovare in altri dischi orbitanti nella medesima galassia -core. Il camaleontismo vocale di Buckley non perdona e pompa tanta adrenalina quanta emozionalità, ma è tutta la band a girare a mille, a contorcersi e planare in soluzioni accattivanti, frutto di spontaneità e cultura musicale, come di un lavoro di rifinitura che crediamo esser maniacale, considerata pure la qualità di registrazione e missaggio, la botta di suono formidabile prodotta, non andando affatto a discapito di ampiezza e chiarezza del suono. Impossibile citare una per una le stravolgenti acrobazie vocali e strumentali, anche perché è difficile trovare, nonostante le ben sedici tracce di “Radical”, qualcosa di vagamente ordinario. Il consiglio, allora, soprattutto per chi abbia poca dimestichezza col materiale del gruppo, è di non soffermarsi soltanto sulle prime tracce ma di concedere al lavoro di dispiegare l’intero suo arsenale: ad ogni pezzo si aggiunge qualcosa, si guarda oltre, sia immettendo nuovi registri melodici, sia incastrando altre argomentazioni prima solo sfiorate. Senza per questo eccedere, andare inutilmente sopra le righe. Una goduria, in poche parole, per una band che finora ha saputo solo lasciare a bocca aperta.

TRACKLIST

  1. Dark Distance
  2. Sly
  3. Planet Shit
  4. Post-Boredom
  5. A Colossal Wreck
  6. Desperate Pleasures
  7. All This And War
  8. Thing With Feathers
  9. Hostile Architecture
  10. AWOL
  11. The Whip
  12. White Void
  13. Distress Rehearsal
  14. sexsexsex
  15. People Verses
  16. We Go Together
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