7.5
- Band: EVIL INVADERS
- Durata: 00:42:54
- Disponibile dal: 01/04/2022
- Etichetta:
- Napalm Records
Spotify:
Apple Music:
Furiosi, classici, ignoranti, intimi: gli Evil Invaders sono questo e oltre, riversando su disco tutta quell’energia made in eighties già manifestata on stage (chi ha avuto modo di vederli dal vivo sa di cosa stiamo parlando). L’album numero tre per la speed/thrash metal band di Leopoldsburg, il qui presente “Shattering Reflection”, sventolando imperante la bandiera sempre più spessa della NWOTHM, è la perfetta testimonianza. La formula adottata dal quartetto belga segue quanto già offerto nei due lavori precedenti, ma questa volta aumenta decisamente il voltaggio in tema di varietà, racchiudendo in dieci brani un ottimo compendio moderno del metal che fu – e che è tutt’ora, alla faccia dei perpetui pessimisti o nostalgici secondo i quali il metal è morto ormai da anni. Gli Evil Invaders, tra video, abbigliamento, approccio e, soprattutto, proposta musicale, non inventano nulla, ed il leader Joe ne rappresenta l’emblema assoluto; tuttavia, è proprio nella loro genuina forza propulsiva il segreto della buona riuscita di quanto realizzato sino a questo punto della loro carriera, “Shattering Reflection” compreso.
E’ soprattutto la prima parte del disco ad evidenziare la poliedricità d’intenti di Joe e compagni, impacchettando una cinquina di pezzi che farà felici altrettanti palati metallici. Si parte a rotta di collo con la thrashosa “Hissing In Crescendo” dove le telluriche ripartenze bollate Destruction/Kreator si fanno sentire eccome mentre lo scream sgraziato di Joe dileggia a destra e a manca. Nemmeno il tempo di scapocciare che i ritmi prendono immediatamente una piega anthemica, inondando il campo sonoro grazie all’inno sudorifero “Die For Me”. Altro giro, altro regalo con la ballad firmata “In Deepest Black”, dai contorni borchiati di anni ’80; strappalacrime il giusto. Ne volete ancora? E allora armatevi di martelli martellanti e di una sana dose d’ignoranza: “Sledgehammer Justice” vi farà godere con il suo incedere speed-punk da lasciarvi senza fiato. Una perfetta macchina del tempo quella messa in piedi dal combo belga, in grado di piazzare un altro colpo roccioso e melodico con “Forgotten Memories”. Un ritorno al futuro capace di espandersi anche nelle cinque tracce a seguire con due episodi meritevoli di citazione. Il primo è “Eternal Darkness”: con i suoi sei minuti e trentadue secondi è il pezzo più lungo dell’intero full-length, caratterizzato da una triplice veste il cui perimetro va a costruire un mini-concept davvero coinvolgente, alternando momenti di spasmodica attesa a lancinanti scariche thrash, lasciando infine che spediti rilanci speed tappezzati di british heavy metal chiudano il diabolico cerchio. Il secondo lo troviamo proprio sul finale. Prendete King Diamond e fatelo scontrare con i Tankard (con tutti i dovuti paragoni del caso): il risultato si chiama “The Circle”, strutturato su una base orrorifica dalle tinte striate del Re Diamante, spalmate nelle parti più frenetiche sui ritmi della beer metal band di stanza in quel di Francoforte. Brano magico che marchia a fuoco la terza prova – la definitiva – degli Evil Invaders, degni esponenti del movimento revival della NWOBHM.