EX DEO – Caligvula

Pubblicato il 14/09/2012 da
voto
6.5
  • Band: EX DEO
  • Durata: 00:50:00
  • Disponibile dal: 31/08/2012
  • Etichetta:
  • Napalm Records
  • Distributore: Audioglobe

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Oggettivamente difficile non essere di parte, quando si parla degli Ex Deo; è infatti preponderante l’italianità della proposta di Maurizio Iacono, simpaticissimo e poderoso screamer già dietro il microfono dei canadesi Kataklysm, e qui alla guida di metalliche legioni romane. Il cantante di chiare origini italiane ha voluto tributare con questa sua band la propria passione per l’antica storia di Roma, in un viaggio iniziato con il precedente disco intitolato “Romulus” (2009), che sembra aver diviso critica e pubblico (con l’ago della bilancia che pende positivamente in favore dell’entusiasmo dei metalhead). Il coinvolgimento di altri membri della band madre fa guadagnare in affiatamento e compattezza, ma sicuramente va ad inficiare sulla freschezza della proposta, assolutamente derivativa e in alcuni frangenti troppo simile a quella della matrice. L’intenzione è chiaramente quella di risultare epici e magniloquenti, limitandosi però a rallentare i tempi, muovendosi costantemente (e per tutti i brani) su pachidermici ed enfatici mid-tempo, arricchiti dai suoni delle tastiere del bravo Jonathan Leduc (Profugus Mortis, ex-Blackguard), sulle cui spalle pesa totalmente il compito di rendere quello che spesso è solamente un enorme blocco di granito, una suite epica e storicamente testosteronica. Matematicamente parlando, utilizzando una equazione esplicativa, potremmo scrivere che gli Ex Deo stanno alla Roma antica quanto i Nile stanno alla storia dell’antico Egitto, ma laddove la band di Karl Sanders rappresenta l’elite della tecnica asservita alla brutalità, la band canadese presenta diverse lacune, con delle linee soliste di chitarra apprezzabilmente melodiche (tuttavia troppo simili tra loro), ma assoli assolutamente pessimi, vetrina di una mancanza di fantasia e tecnica che, a questi livelli, allarma non poco. Brani costruiti interamente su una batteria marziale e monolitica e sulla splendida prestazione vocale del “nostro” Maurizio non reggono a reiterati ascolti e, quando l’impennata di adrenalina dovuta alla splendida copertina, alla produzione dirompente ed alle corde vocali tricolore del singer, inizierà a scemare, ci ritroveremo a fare i conti con riff poco vari ed una staticità globale che metterà a dura prova i nostri elmi e le nostre spade. Non bastano le partecipazioni di Stefan Fıori dei Graveworm e Seth Siro Anton dei Septic Flesh, ne tantomeno la bella voce di Mariangela Demurtas (Tristania) per risollevare le sorti di un disco che, ripetendo in modo masochistico i punti deboli del suo predecessore, non può che ottenere lo stesso risultato. Globalmente un buon prodotto, dal concept fascinoso e magnetico, ma non ancora all’altezza delle tante (troppe) aspettative che si sono create intorno al progetto. Qualche assolo azzeccato, atto ad innalzare il tasso tecnico della proposta tutta, e qualche pezzo veloce farebbero la differenza per questa band, sempre più simile ad una catapulta romana che deve aggiustare la mira.

TRACKLIST

  1. I, Caligvla
  2. The Tiberius Cliff (Exile To Capri)
  3. Per Oculos Aquila
  4. Pollice Verso (Damnatio Ad Bestia)
  5. Divide Et Impera
  6. Burned To Serve As Nocturnal Light
  7. Teutuborg (Ambush Of Varus)
  8. Along The Appian Way
  9. Once Were Romans
  10. Evocatio: TheTemple Of Castor & Pollux
2 commenti
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