6.5
- Band: EXENCE
- Durata: 00:50:33
- Disponibile dal: 27/05/2013
- Etichetta: Punishment 18 Records
- Distributore: Andromeda
Spotify non ancora disponibile
Apple Music non ancora disponibile
Tornano alla carica i nostrani Exence a due anni dallo split causato da divergenze musicali: a rimettere insieme i cocci ci ha pensato Federico Puleri, leader indiscusso della precedente incarnazione della formazione – oltre che chitarrista dei Vision Divine – che per l’occasione si è affiancato di una line-up completamente rivista. Sin dai primi minuti d’ascolto appaiono subito chiare le coordinate sonore del combo, improntate ad un riffing complesso supportato da una sezione ritmica pronta a martellarvi il cervello: il suono moderno e rabbioso della formazione è di quelli che concedono poco tempo per ambientarsi all’inferno sonoro messo in musica nelle dieci tracce incluse nel lavoro. Il post-thrash degli Exence è di quelli che non ammette molte concessioni alla melodia andando dritto al sodo e relegando gli unici momenti di respiro – se così si può dire – ai numerosi break che infarciscono le composizioni: i primi Carnal Forge, Darkane o i nostrani Eyeconoclast sono le prime formazioni che ci balzano alla memoria quando veniamo assaliti dal turbinio di riff e dai ritmi martellanti del duo ritmico Lastrucci/Brizzi. La titletrack, la violenta “Thought Phobia” e la granitica “Ego of the Beast” sono tracce esemplificative dei tratti somatici del lavoro con i loro riff penetranti fatti di ritmi terzinati, armonici a profusione ed assoli dal buon gusto melodico; potremmo continuare a parlare allo stesso modo delle rimanenti tracce in quanto non si discostano di una virgola da quanto abbiamo detto sino ad ora. Questo purtroppo rappresenta ovviamente un’arma a doppio taglio per il lavoro, che a lungo andare risulta eccessivamente ripetitivo e monolitico. Qualche apertura melodica, diversivo vocale o qualche parte dotata di maggiore atmosfera avrebbe sicuramente conferito al lavoro una fruibilità maggiore senza dover per forza snaturare lo spirito distruttivo racchiuso in “Tabula Rasa”. Convincente ed assolutamente in linea con la proposta la produzione del lavoro che accentua ulteriormente l’aggressività del lavoro. Come avrete intuito non c’è veramente nulla di fuori posto in questo album: “Tabula Rasa” è un lavoro estremamente compatto ed eterogeneo che purtroppo però non concede spazio a molte sorprese. Se vi piacciono gli album che vanno dritti al sodo e non vi aspettate altro che un po’ di sana violenza il nuovo album degli Exence non vi deluderà. Per tutti gli altri ascoltatori consigliamo comunque di buttare l’orecchio – e l’occhio, una volta tanto – al video della titletrack.