7.5
- Band: EXHUMED
- Durata: 00:45:00
- Disponibile dal: 13/10/2017
- Etichetta:
- Relapse Records
- Distributore: Audioglobe
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Dopo un biennio che lo ha visto impegnato in diverse pubblicazioni con i Gruesome e con il nuovo progetto Expulsion, per Matt Harvey arriva finalmente il momento di dedicarsi nuovamente alla sua cosiddetta band-madre. “Death Revenge” nasce come concept album basato su alcuni oscuri delitti avuti luogo in Scozia nel 1820: omicidi, profanazioni di tombe, dissotterramenti e furti di cadavere da parte di anatomisti senza scrupoli sono i temi che entrano nella musica degli Exhumed. Dodici tracce per una quarantina abbondante di minuti in cui il tipico “gore metal” della formazione californiana si tinge per la prima volta di orrore e oscurità. Chiaro quasi subito l’intento alla base dell’opera: in tanti anni di carriera, gli Exhumed hanno costantemente raffinato il loro sound e questo “Death Revenge” vuole essere il loro capitolo più accessibile. Un andamento generalmente compassato (per gli standard del gruppo), una buona alternanza di vuoti e pieni, l’utilizzo di melodia e intermezzi in modo sempre puntuale, atmosfere in equilibrio tra macabro e introspezione, uno sviluppo dei brani quasi sempre lineare e definito: qui vi è tutto questo, per una proposta che guarda soprattutto al loro periodo più votato al groove (“All Guts No Glory”, “Necrocracy”), con la doppia cassa di Mike Hamilton molto spesso in primo piano e un suono di chitarra saturo e corposo, ma, anche qui, sempre molto equilibrato. Evidente, in alcuni riff, anche l’influenza dei Gruesome – il gruppo con cui Harvey dà sfogo alla sua passione per il repertorio dei primi Death – così come non va sottovalutato il fascino esercitato da un certo King Diamond, da sempre maestro dei concept album. Per questo ritorno sulle scene, Harvey decide insomma di appoggiarsi più che mai alla vecchia scuola e all’esperienza maturata con i suoi progetti paralleli e con “Necrocracy”, un album che ha visto agli Exhumed esplorare a fondo certe sonorità più vicine al metal tradizionale senza perdere mai del tutto di vista le tipiche formule death-grind di matrice (primi) Carcass. La scelta si rivela funzionale e comprensibile, dato che il disco suona scorrevole e genuino dal punto di vista sia della scrittura che dell’interpretazione. Si capisce chiaramente che lo scopo degli Exhumed fosse quello di confezionare un concept album senza snaturarsi troppo, ricorrendo a formule che, al di là di qualche sfumatura inedita, fossero pur sempre rappresentative della loro carriera e che dessero soddisfazione e pochi problemi sia alla band nel realizzarle, che ai fan nell’ascoltarle. La missione del quartetto può così dirsi riuscita: “Necrocracy”, con la sua lunga sfilza di moderne hit, rimane su un livello superiore, ma “Death Revenge” nel complesso non manca di presentarci una band affiatata e sagace, brava ad allestire qualcosa di più profondo del solito evitando al contempo di peccare di pretenziosità.