8.0
- Band: EXHUMED
- Durata: 00:38:29
- Disponibile dal: 09/08/2013
- Etichetta:
- Relapse Records
- Distributore: Audioglobe
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Prova del nove per gli Exhumed, dopo il fortunato “All Guts, No Glory”, album che, grazie anche ad una attività live al limite dell’incredibile, ha finalmente fruttato loro una più estesa notorietà, dopo anni di gavetta underground e qualche smacco di troppo. Per fortuna, bastano le prime note di “Coins Upon The Eyes” per sorridere e lasciarsi andare: Matt Harvey e compagni costituiscono ormai un gruppo ben affiatato, la musica sgorga dai loro strumenti fluida e naturale e l’ispirazione mostrata sul disco precedente sembra tutto fuorchè scemata… anzi! Harvey è ormai come un vecchio caro amico che ha belle storie (horror) da raccontare: noi non dobbiamo fare altro che aprire bene le orecchie ed ascoltare attentamente, perchè sappiamo già che il Nostro sarà in grado di intrattenerci e spaventarci proprio come vogliamo. Rispetto ad “All Guts…”, qui le strutture delle canzoni forse sono un pelo più elaborate, ma dopo più di un ascolto il disco risulta certamente più coinvolgente e completo. Questo “Necrocracy” per felicità di scrittura e di ispirazione ci rimanda sia all’ottimo “Anatomy Is Destiny”, sia a tutti quei capisaldi death-grind e thrash metal con cui siamo cresciuti. Gli Exhumed proseguono per la loro strada, senza stravolgimenti e inversioni di rotta, ma “Necrocracy”, proprio per via di un songwriting curatissimo e scorrevole, potrebbe davvero rappresentare la definitiva consacrazione per la band statunitense, che ormai da tempo non fa pedissequa riproposizione, ma rilegge i suddetti generi e la loro storia con personalità e talento. Abbiamo davanti un gruppo che è chiaramente cresciuto divorando i lavori dei primi Carcass, ma che, al contempo, non ha mai dimenticato gli insegnamenti dei grandi dello speed-thrash e del metal più tradizionale. Harvey è un vero “metallaro”, nel senso che, per sua stessa ammissione, stravede sia per le derive più estreme del genere, sia per le gesta di coloro che hanno fatto la storia negli Eighties – siano essi Slayer, Sodom, Razor o Iron Maiden. La musica degli Exhumed mantiene perciò parallelismi con entrambi questi mondi: da un lato abbiamo le vocals belluine, le ritmiche tese e quell’intensità che generalmente accostiamo al mondo death e grindcore; dall’altro dei ritornelli ficcanti e subito memorizzabili, l’attenzione per il riff, dei break centrali importanti e un afflato melodico che ritorna sempre, anche quando il gruppo pare correre all’impazzata. Insomma, gli Exhumed recuperano il vecchio concetto di canzone e lo rivestono di suoni estremi, attualizzandolo senza snaturarlo. Con questo spirito hanno composto gli ultimi tre full-length, ma “Necrocracy”, come già accennato, è probabilmente quello più riuscito e vitale fra questi. È quasi un peccato che l’attesissimo ritorno dei Carcass sia in dirittura d’arrivo proprio ora, perchè Steer e soci finiranno quasi sicuramente per rubare la scena a questi loro abilissimi discepoli. Fate perciò in modo di dare loro una chance prima dell’arrivo del ciclone “Surgical Steel”: ritagliatevi del tempo, sedetevi in poltrona e mettete il volume al massimo, perché non vi è mai stata occasione migliore per bersi una birra in compagnia di Harvey e delle sue canzoni.