EXODUS – Bonded By Blood

Pubblicato il 21/05/2015 da
voto
9.5
  • Band: EXODUS
  • Durata: 00:40:55
  • Disponibile dal: 25/04/1985
  • Etichetta:
  • Combat Records

Spotify:

Apple Music:

Sono passati trent’anni da quel fatidico 25 aprile che segnò per sempre la storia dell’heavy metal. Il 25 aprile del 1985 è infatti la data d’uscita di uno dei capisaldi del thrash metal, un testo musicale enciclopedico assimilato, mandato a memoria e copiato da un numero di musicisti tendente a più infinito. Perché se “Kill’em All” ha dato il La all’intero movimento, se “Reign In Blood” ne ha rappresentato le Colonne d’Ercole prima che sfociasse nel death metal, se “Among The Living” ha confessato al pianeta che il matrimonio con il punk non era da vietarsi per alcuna ragione al mondo, se “Time Does Not Heal” rappresenta il trionfo dell’esasperazione tecnica portata al parossismo, “Bonded By Blood” è il thrash nella sua forma più genuina, sincera, senza doppie facce né altri intenti se non quelli di disossare, percuotere, ridurre in ginocchio, far collassare i corpi in un unico groviglio di braccia, gambe, teste grondanti ettolitri di sudore. Per chi scrive, il gruppo thrash più imitato del pianeta, insieme ai Sodom, sono proprio gli Exodus, perché per avvicinarsi ai vari Metallica, Megadeth, Testament o Death Angel, a livello di intenzioni (sui risultati meglio, in buona parte, sorvolare), ci vuole una sensibilità melodica sconosciuta a moltissimi ensemble di ultima generazione; per essere come gli Slayer si finisce inevitabilmente per sterzare in qualche maniera nell’extreme metal; per andare a competere con il techno-thrash di Voivod, Watchtower, Mekong Delta… be’, se non ci si chiama Vektor meglio lasciar perdere! Ciò che rende l’esordio della band di Gary Holt un’incorrotta meraviglia è la capacità di tramutare in opere d’arte d’inestimabile valore idee semplici, poco artefatte, frutto di una predisposizione naturale al riff vincente, al tempo-mosh esagerato, all’incrocio solistico affilato come cento lame di samurai. Per non parlare del vociare ineguagliato e ineguagliabile del compianto Paul Baloff, qui all’unica prova in studio, delle sue metriche concitate e dei controcori sguaiati che in tanti pensano di poter riprodurre con facilità, senza capire quanta sozza classe vi sia dietro. “Bonded By Blood” è un’idea, mirabile, utopistica, quella di una musica di distruzione e polverizzazione, rabbia gestita con intelligenza e piglio di un commando in missione. Non ci sono indugi, pause, distrazioni, e la title-track in apertura può scuotere nel midollo anche il più impreparato novizio del metal: anche nel caso in cui non sappiate nulla di questo genere, difficilmente rimarrete indifferenti a un attacco così fulminante, esplicativo più di mille parole di cosa voglia dire suonare questa musica, di cosa possa significare, dell’ardore incontrastabile di chi ha l’anima pervasa da un certo tipo di pulsioni. Non è un caso se, ancora prima della sua uscita ufficiale, l’underground fosse in fibrillazione da mesi per l’uscita di questo disco, circolante in cassetta tra i tapetrader di mezzo mondo come una reliquia dal potere smisurato. E con “Exodus” non ci sono più dubbi: si è in viaggio sulle strade della leggenda. Un inno, intonato con spirito guerriero, di chi lotta in strada per un ideale e lo difende a qualsiasi costo. Rasoiate assassine, cambi di tempo da infarto, duelli all’ultimo sangue tra le due sei-corde di Hunolt e Holt, impagabili nell’estro e nella convinzione con cui affondano i colpi, sicuri di non poter trovare degna replica. Parliamo anche dei testi: in un contesto thrash potrebbero apparire quasi insignificanti, un mero pretesto per impostare le linee vocali. Poi basta leggere un verso come “you won’t hear a sound until my knife’s in your back/the exodus attack” e diventa tutto chiaro: noi siamo le vittime, quei pazzi degli Exodus ci stanno venendo a prendere e non ci useranno alcuna misericordia. Il mid-tempo sibillino di “And Then There Were None” – impagabile l’accenno di coro epico nel refrain – dimostra che gli Exodus possono anche abbassare le velocità di crociera e spaccare crani in serie come se nulla fosse. La fiera delle chitarre tritate prosegue con uno dei brani più celebri del disco, un modo di intendere e modellare la propria esistenza artistica secondo canoni rigorosi e non scardinabili: “A Lesson In Violence”. Il giro chitarristico d’acciaio cromato che spezza il chorus vale come un colpo di tacco smarcante per l’imbucata vocale di Baloff, gli assoli raggiungono vette d’estasi difficilmente raggiunti nella storia del genere, lo stacco prima del trambusto conclusivo chiama una standing ovation oceanica. E poi ecco l’heavy metal-oriented “Metal Command”: chi scrive ammette di avere un debole per questo anthem, non fosse altro per quel “it’s time to fight for metal tonight/ bangers take your stand and obey our metal command”. Vorrete mica rimanere fuori dalla mischia? Quel che resta è di pari livello, tra le sfumature cupe della sardonica “Piranha” – un’altra baraonda di assoli uno più bello dell’altro dopo una prima parte in controllo da far spavento – le più articolate “No Love” e “Deliver Us From Evil”, e la martellata sui denti di “Strike Of The Beast”. Non ci sono critiche da muovere a un album di tal fattura, bisogna solo inchinarsi e ringraziare che qualcuno abbia potuto inventarsi una roba come questa, per il suo valore in sé e per l’ombra lunghissima lasciata sui posteri. Gli Exodus stessi, pur inanellando altri grandi dischi nella loro carriera, pur avendo superato di slancio anche la morte dello stesso Baloff, aver attutito l’abbandono di Souza successivamente a “Tempo Of The Damned”, non si sono più ripetuti a questi livelli. “Bonded By Blood”, così come un “Master Of Puppets” o un “Reign In Blood”, rimarrà per sempre il frutto di un’alchimia irripetibile, scritta nel sangue da cinque ragazzi uniti in un patto scellerato, per dare alle stampe quaranta e rotti minuti destinati a scrivere la Storia, con una S così maiuscola da offuscare il sole.

TRACKLIST

  1. Bonded by Blood
  2. Exodus
  3. And Then There Were None
  4. A Lesson in Violence
  5. Metal Command
  6. No Love
  7. Deliver Us to Evil
  8. Strike of the Beast
24 commenti
I commenti esprimono il punto di vista e le opinioni del proprio autore e non quelle dei membri dello staff di Metalitalia.com e dei moderatori eccetto i commenti inseriti dagli stessi. L'utente concorda di non inviare messaggi abusivi, osceni, diffamatori, di odio, minatori, sessuali o che possano in altro modo violare qualunque legge applicabile. Inserendo messaggi di questo tipo l'utente verrà immediatamente e permanentemente escluso. L'utente concorda che i moderatori di Metalitalia.com hanno il diritto di rimuovere, modificare, o chiudere argomenti qualora si ritenga necessario. La Redazione di Metalitalia.com invita ad un uso costruttivo dei commenti.