7.0
- Band: EXTREMA
- Durata: 00:46:43
- Disponibile dal: 10/05/2019
- Etichetta:
- Rockshots
- Distributore: Universal
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Di questi tempi, circa sei anni fa, si scriveva di come “The Seed Of Foolishness”, ultima fatica espulsa dagli Extrema, avrebbe segnato un importante spartiacque nella discografia della band milanese. Ed effettivamente, con il senno di poi, qualcosa di significativo è avvenuto… e non solo a livello di line-up. Con la fuoriuscita di GL Perotti, avvenuta nel maggio di due anni fa, ed il successivo “acquisto” del singer Tiziano Spigno, anche l’impianto sonoro ha infatti subìto una decisa virata verso un thrash più melodico e leggermente meno aggressivo. Sia chiaro: il timbro impresso da Tommy Massara e compagni mantiene i contorni ‘made in Extrema’, tuttavia, proprio per l’entrata in scena della nuova ugola dietro microfono, una maggior tecnica ed un aumento vorticoso di trame groove hanno preso il posto della semplice ma altrettanto più combattiva dose ‘thrashosa’ rilasciata a suo tempo. Un’evoluzione che si chiama “Headbanging Forever” e che ha tentato di accomunare i panni di un metal più moderno con gli abiti del metallo old-school. Un tentativo che si può ben riassumere già nell’opener “The Call”: Francesco “Frullo” Larosa pesta a dovere e pure i ritmi sono vorticosi, salvo rallentare e ‘armonizzarsi’ proprio in sede di refrain; il tutto mentre la voce dello stesso Spigno riesce perfettamente a modulare i riff intarsiati dal buon Massara. Una prestazione, quello del nuovo entrato, che dimostra tutte le proprie capacità nella successiva, e più oscura “Borders Of Fire” oltre che nell’arrogante “For The Loved And The Lost”, singolo già lanciato qualche settimana fa. E pure il resto della band, in occasione di “Heavens Blind”, alza il livello tecnico generale, sfornando un brano in cui pure degli assaggi prog fanno la loro comparsa. Così sino alla title-track: diretta, genuina, che conferma l’intento del combo lombardo, ovvero il voler ripartire da capo, non tanto dal punto di vista del sound proposto, quanto dalla passione per un genere, il metal, e del suo modus operandi più diffuso, l’headbanging, appunto. Una ripartenza, come detto, che ha voluto mixare passato e presente del metallo pesante. Obbiettivo raggiunto? Sì, ma non del tutto. E questo per tre motivi. Innanzitutto, dopo un inizio convincente, l’album ripiega un po’ su stesso non riuscendo a variare il target proposto nei primi pezzi. Secondo: pur non discutendo la qualità globale dell’intero full-length, lo stesso non riesce a decollare definitivamente, necessitando di più ascolti prima di entrare chiaramente nel mood. Terzo: proprio per quanto appena scritto, manca una vera e propria hit che faccia da perno al resto della track-list. Nessuna bocciatura quindi, come del resto non vi sono promozioni a pieni voti. Un rimando piuttosto, consci che on stage i discorsi saranno ben diversi.