6.0
- Band: EXTREMA
- Durata: 00:44:05
- Disponibile dal: 22/05/2009
- Etichetta:
- Scarlet Records
- Distributore: Audioglobe
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Per la prima volta in carriera gli Extrema si trovano in una situazione di relativa tranquillità dal punto di vista contrattuale: la Scarlet, che già aveva dato alle stampe il DVD del ventennale e tutte le ristampe dei quattro lavori dei milanesi, sembra puntare molto sui ragazzi che, piaccia o non piaccia, alla fine sono comunque una delle realtà italiane più importanti degli ultimi anni. Oltre alla sicurezza offerta dalla label, ultimamente Tommy Massara e GL Perotti hanno avuto anche una sovraesposizione mediatica dovuta alla loro partecipazione nel progetto Allhelluja. Si era creata insomma una discreta attesa nei confronti del nuovo “Pound For Pound”; “Set The World On Fire” ci aveva riconsegnato una band piuttosto in palla dopo certe sbandate moderniste che avevano fatto storcere il naso a parecchi fan storici. Il nuovo lavoro ripercorre più o meno la stessa strada del suo predecessore, ovverosia un recupero delle sonorità thrash dei tempi che furono, mischiate a delle venature più attuali e vicine al metalcore e ad un feeling hard rock sempre più presente soprattutto a livello chitarristico. Quello che a tratti latita un po’ è purtroppo il songwriting. Alcuni dei brani presenti pescano a piene mani dall’esordio “Tensions At The Seams”, come ad esempio “Anymore” e “Fat Liars”; altre volte viene accentuato il versante più groovy e moderno dell’Extrema sound, come nel bel singolo “Selfishness” o nell’ottima “Fall Down”, che all’altezza del refrain gode del miglior spunto melodico dell’intero album. Da segnalare anche “You Make Me Sick”, dove alla voce troviamo il mitico Page Hamilton degli Helmet: il brano è nervoso e scattante, una sorta di incrocio tra gli Helmet (ovviamente) e certi Faith No More del periodo “Angel Dust”. Per il resto, tolta la buonissima versione di “Deuce” dei Kiss, troviamo tanti, troppi filler: brani potenzialmente buoni ma che non riescono a decollare, come “My Misery”, che alterna toni da ballata agreste a partiture pesantissime, oppure “Frowing And Haggard”, mid tempo che rimanda agli Anthrax dell’era Bush ma non riesce ad affondare il colpo. Nota di biasimo per “For The Sake Of Our Children”, in assoluto la peggiore canzone della discografia dei ragazzi! Le prove dei singoli sono come sempre piuttosto buone, con GL Perotti che migliora album dopo album e Tommy Massara che, come già accennato, è sempre più preso da passaggi hardrockeggianti, soprattutto in fase solista. Molto bene il basso di Mattia Bigi, mentre Paolo Crimi alla batteria offre una prova concreta e nulla più. I vecchi leoni a tratti dimostrano di avere ancora i denti affilati, ma, a fronte di episodi ben congegnati e composti, troviamo anche una buona metà abbondante di riempitivi pressoché inutili. Ed in casi come questi il mestiere è appena sufficiente ad evitare la deriva.