7.5
- Band: EXUMER
- Durata: 00:37:05
- Disponibile dal: 05/04/2019
- Etichetta:
- Metal Blade Records
- Distributore: Audioglobe
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Possiamo tirare un sospiro di sollievo: gli Exumer sono ancora tra noi. Già perché dopo il “Raging Tades” di tre anni fa, successore di quel “Fire & Domination” che aveva sancito il comeback del combo teutonico dopo le esplosioni di metà anni Ottanta (vedasi “Possessed By Fire”), il dubbio di un secondo, e magari definitivo silenzio discografico era onestamente sorto. E invece no: l’iperattivo Mem Von Stein si è rimesso la sua personalissima hockey mask alla Jason e, insieme al buon Ray Mensh e al resto della truppa, ha acceso nuovamente il turbo della band tedesca. Riff in serie, rabbia da vendere, grezzume a go-go? Una volta, trent’anni fa. Oggi gli Exumer, pur sfoggiando un’opera dignitosa di tale nome, che avvalora l’importanza degli stessi nella storia del thrash metal, hanno puntato tutto (o quasi) sul mestiere, prendendo spunto da quanto realizzato ultimamente dalle forze conterranee a nome Kreator (in primis), Destruction e Sodom, abbinandolo quindi alle granitiche capacità di cui sono in possesso.
Così nasce “Hostile Defiance”, espulso direttamente dalla Metal Blade Records. Una quarantina di minuti in cui l’energia sudorifera, da sempre marchio indiscusso dell’act tedesco, ha abbracciato una linea melodica simile anzi, a tratti quasi identica, a quella promossa negli ultimi album dallo stesso Mille Petrozza; ascoltate “Raptor” ed avrete la prova provata. Non solo, in alcune tracce, vedasi “The Order Of Shadows” pure il timbro di Von Stein sembra ricalcare l’ugola roca e violenta del front-man di Essen. Intendiamoci, non si tratta di un mero ‘copia-incolla’. L’opener, nonché titletrack del full-length ha il copyright degli Exumer stampigliato addosso dalla prima all’ultima nota: quella dose di cattiveria maligna devota al più sacrosanto degli headbanging nudi e crudi. E cosa dire di “Carnage Rider”? Un’autentica corsa contro il tempo in cui le chitarre di Mensh e Brautigam giocano a rincorrersi mentre il martello di Matthias Kassner non cessa di sferrare colpi sul proprio drum-set. Intromissioni melodiche che dunque si intercalano ad episodi più tirati, lasciando quindi il posto a pezzi più ‘ragionati’ (“King’s End”) ad altri più stabili e prevedibili come “Dust Eater” e “Descent”. Il tiro, comunque, proprio per l’esperienza maturata, non manca mai ed è un piacere ascoltare quel timbro ottantiano che, nonostante una certa modernità sonora di fondo, trasuda lungo tutto l’album. Una grinta trasmessa e immedesimata proprio da quel Von Stein che tira dritto fino all’ultima sferzata, se vogliamo più moderna, targata “Splinter”. Così, per un anno che ha visto sinora delle assolute conferme (alla voce Overkill) e in attesa delle prossime, speriamo, bombe targate Detah Angel oltre ai bramatissimi ritorni di Possessed e Sacred Reich, pure gli Exumer entrano di diritto alla sezione ‘album da acquistare’ per questa prima parte del 2019. Prepare your neck!