7.5
- Band: EYECONOCLAST
- Durata: 00:50:00
- Disponibile dal: 16/04/2013
- Etichetta:
- Prosthetic Records
- Distributore: Audioglobe
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Ecco un disco che aggredisce e non dà tregua. Undici tracce che conquistano mente e corpo pervadendoli di energie estreme e irresistibili. Un disco violento ma colmo di sfumature, che, anzichè ammorbidirlo, contribuiscono a rendere ancora più granitico l’impatto sonoro con cui l’intero lavoro travolge l’ascoltatore. Prodotto egregiamente dal chitarrista Stefano “Saul” Morabito, “Drones Of The Awakening” è l’ennesima dimostrazione delle abilità degli Eyeconoclast, che continuano a fondere sonorità thrash e death metal su velocità spaventose, cercando senza sosta il colpo ad effetto, ora tramite un cambio di tempo assassino, ora con riuscitissime sperimentazioni armoniche. L’ennesimo lavoro trascinante e coinvolgente di un gruppo di cui sinora si è purtroppo parlato poco, ma che, grazie al prestigioso contratto con la Prosthetic Records, pare ora pronto a compiere il definitivo salto di qualità. Fra The Crown, Carcass, Darkane e Testament, i pezzi di “Drones…” fondono e avvolgono con la loro vitale mistura di metallo estremo, sciorinando raffiche di riff da battaglia e trame ritmiche e melodiche ora retrò ora futuribili, costringendo all’headbanging e alla celebrazione del suono. L’attitudine è spavalda e in diversi punti vengono alla mente i migliori The Crown, quelli di “Deathrace King” e “Crowned In Terror”, che percorrevano un sottile sentiero in bilico fra death e thrash metal andando quasi sempre al massimo della velocità e contaminando la proposta con inclinazioni punk e rock’n’roll. Il gruppo svedese, nel suo periodo d’oro, è senz’altro il primo punto di riferimento per i ragazzi romani, che, non a caso, qui decidono di omaggiarlo con una fedelissima cover di “Executioner (Slayer Of The Light)”, tanto per mettere ulteriormente in chiaro il loro rispetto e la loro riconoscenza. Proprio come i padri ispiratori, i Nostri sembrano quasi incapaci di muoversi su tempi più ragionati, peccando un po’ di scarsa varietà; tuttavia, ad oltre un decennio dalla loro fondazione, gli Eyeconoclast sono comunque pronti per rappresentare un ulteriore passo nell’evoluzione di una scena – quella estrema italiana – che ormai sforna realtà di valore a ripetizione. Il quintetto capitolino ha saputo dar vita ad un album brillante, che affianca alla poliedricità del riffing di chitarra melodie briose, in un felice connubio di sapiente scrittura e profonda sostanza. Tecnici, ma sempre irriverenti, gli Eyeconoclast si insinuano in chi ascolta con la forza propria delle cose concrete.