7.0
- Band: EYELIDS
- Durata: 00:42:03
- Disponibile dal: 29/02/2020
- Etichetta:
- Vacula Productions
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Cupo, riflessivo, ma anche adeguatamente dinamico. Il nuovo lavoro su lunga distanza degli Eyelids ci presenta una realtà abile nel rivisitare il filone depressive black metal. Il gruppo lucano non nasconde le influenze e i propri punti di riferimento, adotta una linea e procede imperterrito per quella direzione. Quando il suono di una band è per scelta diretto, lineare, senza orpelli, senza ricami, senza sovrastrutture, l’ingrediente principe può essere solo e soltanto uno: il songwriting. Sette episodi fragili e dolenti fanno da filo rosso nello sviluppo di “Scars Under the Snow”, album che vive della commistione tra classico riffing a cascata, arpeggi inquieti, urla strazianti e ritmiche semplici e spesso ipnotiche. Rispetto agli esordi, il suono è meno lo-fi e, al contempo, gli arrangiamenti e il lavoro di chitarra appaiono più curati e intraprendenti. La band è evidentemente più matura e desiderosa di guardare avanti, nonostante resti fortissimo il richiamo della scuola depressive più algida e minimale. Il risultato, soprattutto in tracce come “The Deepest Desolation”, “‘Till Death Unite Us Again” e “Soul of the Forest”, è un ibrido tra le tormentate riflessioni dei cechi Trist e l’amarezza altrettanto intensa ma meglio prodotta dei Katatonia dei tardi anni Novanta (“Brave Murder Day”, “Sounds of Decay”…), dei primi Forgotten Tomb o dei Woods Of Desolation. Una proposta da cui possiamo facilmente intuire il desiderio della band di comunicare il più puro senso di angoscia, anche quando le ritmiche accelerano e il black metal vero e proprio torna in primo piano. Quello di evocare inquietudine è probabilmente l’obiettivo principale di qualsiasi formazione dedita a tali sonorità, anche se troppo spesso in questo panorama presunti musicisti cercano di raggiungere il traguardo nascondendosi dietro strutture oltremodo approssimative e ripetitività gratuita. Gli Eyelids, al contrario, sanno comporre canzoni degne di questo nome. E con “Scars…” centrano il bersaglio.