7.0
- Band: FACELESS BURIAL
- Durata: 00:21:03
- Disponibile dal: 07/12/2018
- Etichetta:
- Blood Harvest
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Per chi scrive, il 2018 si apre e si chiude in compagnia dei Faceless Burial. Dopo aver parlato del loro debut album lo scorso gennaio, i ragazzi australiani si riaffacciano sul mercato con un EP di cinque brani utile soprattutto a metterne in mostra l’irrobustimento del sound, spostatosi verso lidi densi e strutturati tipici di quei gruppi che ambiscono a diventare qualcosa di più che semplici fabbri. Laddove infatti “Grotesque Miscreation” si muoveva istintivamente tra bordate black/death/thrash velenosissime e rallentamenti putridi di chiara ascendenza Autopsy/Incantation, dando talvolta l’impressione di un’aggressione disorganizzata e non messa sempre a fuoco, questo “Multiversal Abattoir” si fa portavoce di un indirizzo stilistico perseguito con costanza e polso fermo, nel cui corso le suddette influenze vengono amalgamate tra loro senza ricorrere a transizioni brusche o affrettate. Superata l’opener “Sluiced in Celestial Sewerage”, strumentale in cui dei fraseggi di chitarra acustica si allineano perfettamente all’atmosfera apocalittica dell’artwork, ecco subentrare riff e ritmiche giocati su continue contrazioni/distensioni, inesorabili quanto un flusso di lava, i quali svelano presto una scrittura ben più audace e fluida del previsto; piccoli accorgimenti (spesso celati dall’ormai consueta produzione paludosa) e una concretezza che rifugge dall’ostentato occultismo di certo underground death metal, rendono da subito tracce come “Thermiomorphic Meconium Aspiration” o “Fistulated Beyond Recognition” gli apici della breve carriera del terzetto di Melbourne, al quale basterà insistere su questo approccio per confezionare un secondo full-length potenzialmente molto interessante. Sarà nostra premura continuare a tenerli d’occhio.