FACELESS BURIAL – Speciation

Pubblicato il 06/08/2020 da
voto
7.5
  • Band: FACELESS BURIAL
  • Durata: 00:37:43
  • Disponibile dal: 07/08/2020
  • Etichetta:
  • Dark Descent
  • Distributore: Audioglobe

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Seguiamo le imprese dei Faceless Burial dal gennaio 2018, quando la Blood Harvest, sull’onda di un buon passaparola underground, ne ristampò l’esordio autoprodotto “Grotesque Miscreation”. Da allora il gruppo australiano ha saputo confermarsi con un EP (“Multiverse Abattoir”) e farsi notare da chi veramente conta nel giro, strappando un deal con Dark Descent/Me Saco Un Ojo ed entrando nell’orbita del Kill-Town Death Fest per l’edizione che avrebbe dovuto tenersi a settembre e che è stata rimandata all’anno prossimo per i motivi che tutti sappiamo. Indizi di un certo peso che, a fronte di questo secondo full-length, fanno assolutamente una prova. “Speciation” non è infatti il parto di una band promettente o ancora in fase di rodaggio, ma di una realtà sicura dei propri mezzi e della propria visione di death metal, in cui le intuizioni passate, fatte di un estremismo disadorno che ambiva a diventare qualcosa di più complesso, si compiono in un piccolo exploit di sonorità variopinte e vicine a diverse scuole di pensiero dei Nineties.
Perché se è vero che l’animo barbaro e viscoso del terzetto di Melbourne non è stato accantonato, e lo dimostrano certi assalti in odore di Incantation e Cannibal Corpse dell’era Barnes, questo oggi rappresenta solo uno dei tanti elementi frullati dalla tracklist, per un risultato complessivo che pone sempre e comunque al primo posto l’equilibrio e l’espressività delle strutture. I Nostri sanno come imbracciare i loro strumenti, e si sente, ma l’accresciuto quoziente tecnico non diventa mai un pretesto per esibizionismi che priverebbero la proposta del suo impatto e della sua sporcizia, mentre i movimenti fra una sezione e l’altra – figli del suddetto approccio trasversale – si manifestano fluidi e spontanei quasi fossero degli automatismi biologici. Un cocktail in grado di riportare alla mente le trame ingegnose dei Demilich, quelle possenti degli Adramelech e il gusto per le dissonanze degli Immolation, riversato nell’alveo di brani spesso impostati come delle mini-suite e scanditi da un growling melmoso che, forse, ne limiterà la presa su un pubblico leggermente più ampio.
Certo, non tutto è ancora limato alla perfezione, ma nell’insieme risulta difficile non compiacersi di fronte all’andatura dinoccolata e stimolante di episodi come “Worship”, “Limbic Infirmary” o della titletrack, sguardi lanciati verso un prosieguo di carriera da seguire con la dovuta attenzione. Se Tomb Mold, Nucleus e Blood Incantation sono ormai delle presenze fisse nella vostra playlist, sentitevi liberi di aggiungere anche questi ragazzi alla lista.

TRACKLIST

  1. Worship
  2. Limbic Infirmary
  3. Irreparably Corpsed
  4. Speciation
  5. Spuming Catarrhal Gruel
  6. Ravished to the Unknown
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