8.0
- Band: FAKE IDOLS
- Durata: 00:48:00
- Disponibile dal: 05/05/2014
- Etichetta:
- Lifeforce Records
- Distributore: Audioglobe
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Finalmente! Chi scrive, dopo aver letteralmente consumato quel “Flies & Lies” che, nel lontano 2007, lanciò in orbita il nome dei Raintime, ha atteso per anni un degno successore da parte del quintetto tricolore, apparentemente materializzatosi ora sotto un nuovo monicker, ma con una freschezza se possibile ancora maggiore. Claudio, Enrico ed Ivan – rispettivamente cantante, batterista e chitarrista dei Raintime, anche se quest’ultimo si è aggiunto solo nel 2010 – hanno infatti unito le forze con Ivo, bassista degli Slowmotion Apocalypse, e Cristian, chitarrista dei Jar Of Bones, dando vita ad una sorta di super-league friulana – i Fake Idols, appunto -, il cui omonimo debutto vede oggi la luce sotto l’egida della Lifeforce Records. Ricapitolando, abbiamo quindi in line-up 2/5 di power prog / melo-death, 2/5 di thrash-death e 1/5 di post-grunge, la cui somma, ovviamente, non ha nulla a che vedere con gli insiemi di partenza, ma risulta comunque rock-metal al 101%. Fin dalle prime battute dell’iniziale “One Way Trip”, è chiaro come l’intenzione dei Nostri sia quella di far divertire l’ascoltatore – sfidiamo chiunque, purché dotato di cuffie abbastanza potenti, a tenere ferme braccia e suola durante l’ascolto dei ritornelli… -, secondo l’approccio ‘play hard, party hard’ tracciato dai Blessed By A Broken Heart e dai ‘real american hero’ per eccellenza, ovvero i Five Finger Death Punch, senza dimenticare gli A7X prima di venire folgorati dal ‘vero’ metallo. Trascinante anche la successiva “My Hero”, con la partecipazione di Mia Coldheart delle Crucified Barbara, anche se la vera botta di adrenalina – di quelle da tenere in vita il Jason Statham di Crank – arriva con “Switch” e “Push Me Down”, due party-combat song destinate a mettere a dura prova la tenuta sismica dei palazzetti durante gli show. L’energia cinetica risale come un gambero, dai piedi al sudombelico, nelle torride ritmiche di “When The Curtain Closes” e “No One”, fino a toccare il cuore con le più emozionali “Far From My Widow” e “The Trap Of A Promise”, unico momento di quiete dopo 45 minuti di tempesta perfetta hard-rock / metal. Menzione a parte per “The Prankster”, una party song degna del miglior Andrew W.K., nonché per la scelta della cover (“My Favourite Game”, dei The Cardigans), capace di sprigionare un’energia perfino superiore all’originale, e soprattutto meritevole di aver evitato il cliché della cover cafona pescate da Hit Mania Dance ’80. Insomma, anche se abbiamo dovuto attendere a lungo per vederli in azione, il primo parto degli Avengers friuliani ripaga appieno l’attesa, gettando le basi per la conquista di una ribalta internazionale che, stavolta sì, appare decisamente alla loro portata. Fake Idols: let the party do the talking!