7.0
- Band: FALLS OF RAUROS
- Durata: 00:43:58
- Disponibile dal: 25/03/2022
- Etichetta:
- Eisenwald Tonschmiede
- Gilead Media
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Filone tra i più sfruttati nell’underground, il black metal atmosferico di questi tempi necessita urgentemente ossigeno, per non finire divorato dall’autoripetizione e il proliferare di inutili cloni. Servono allora o iniezioni di nuovo propellente da band emergenti, oppure la capacità di reinvenzione da parte dei suoi leader. Coi Falls Of Rauros, con “Key To A Vanishing Future” al sesto disco, siamo ovviamente nella seconda casistica. Già il precedente “Patterns In Mythology” aveva segnalato una gradita evoluzione e un parziale smarcamento dai temi dominanti nel settore e il nuovo full-length prosegue il cammino, pur non trovandoci dinnanzi ad alcuna rivoluzione o ardito cambio di spartito.
Già al primo impatto, si percepiscono modifiche di atteggiamento piuttosto evidenti, da rintracciarsi in un suono meno ruvido, moderatamente variopinto, mitigato da iniezioni ancor più corpose di post-rock e fraseggi elettroacustici, e con inclinazioni solo in parte riconducibili al black metal; l’impatto è meno travolgente e le ritmiche si fanno spesso aperte e calmierate, per consentire alle chitarre di brillare per toni cristallini e melodie rilassate. Un atteggiamento bilanciato da fughe irruente che, invece di guardare al modello Agalloch, vanno al contrario ad avvicinarsi alle sfumature screamo di una realtà come gli Harakiri For The Sky. Le lunghe escursioni fatte di chitarre sottili in tremolo-picking, batteria insistente e uniforme, vocalizzi disperati, sono ad oggi solo una porzione del discorso, e il lavoro sul concatenarsi di dinamiche poco immediate, frastagliate e dal chitarrismo corposo, è ancora più in primo piano. Miscelando molti approcci, la band ha anche inserito una varietà vocale di tutto rispetto, perché accanto a voci strozzate si rintracciano pure sortite che possono avvicinarsi al growl, sottolineando così passaggi più heavy del consueto. Il fluire della musica rimane vorticoso, gli attimi di quiete non sono mai così prolungati da affievolire la grande energia che i Falls Of Rauros immettono nella loro proposta, contraddistinta anche per “Key To A Vanishing Future” di ricercatezza, finezza e sensibilità.
C’è un afflato quasi progressive rock a fare da collante fra le diverse tracce, un comune denominatore a cavalcate accese di impetuosità, come capaci di perdersi in velature bucoliche e trame folk al solito molto curate. Un’evoluzione, quella qui compiuta, che appare coerente con il percorso dei quattro del Maine. Nonostante la gradevolezza del materiale, però, l’incisività non pare la stessa di “Patterns In Mythology”. Il disco nella sua interezza è un filo esile, un po’ trattenuto nella sua componente metallica; la gentilezza di fondo di quest’ultima versione dei Falls Of Rauros toglie loro il grosso delle passate asprezze. Una differenza col passato che si palesava certamente anche in “Patterns In Mythology”, ma che in “Key To A Vanishing Future” è andata forse un poco oltre, togliendo carica alle ariose progressioni del gruppo. Nulla di drammaticamente deficitario, in ogni caso, anche se tutto questo ammansirsi alla lunga toglie un pizzico di nerbo all’album. I Falls Of Rauros meritano lo stesso un plauso per non essersi fermati a quello che già sapevano fare (e bene), arrivando a concepire e realizzare un disco che non indispettirà la loro fanbase e potrebbe anzi avvicinare una fetta di ascoltatori finora rimasta lontana.