7.0
- Band: FAMYNE
- Durata: 00:45:17
- Disponibile dal: 13/05/2022
- Etichetta:
- Svart Records
Spotify:
Apple Music:
Provenienti da una terra, l’Inghilterra, che può vantare una delle migliori tradizioni in ambito doom metal, i Famyne cercano di ritagliarsi un posto di rilievo all’interno della scena con un secondo album, intitolato “II: The Ground Below”, che cerca di unire al suo interno le molteplici sfaccettature di un genere che non ha mai smesso di raccogliere seguaci e consensi. Nella musica dei Famyne, infatti, possiamo ovviamente trovare le radici dei Black Sabbath, così come le ombre, grigie e cupe, di Paradise Lost e Warning. Non meno importante la componente epica, dalle sfumature progressive, che invece guarda alla Svezia dei Candlemass, strizzando l’occhio anche agli Opeth. Brani come “Defeated” e “Solid Earth” si muovono con sicurezza sui percorsi tipici del genere, con un riffing caliginoso a fare da contraltare alla vocalità drammatica e squillante di Tom Vane. Degne di menzione anche “The Ai”, composizione sostenuta e diretta che rappresenta uno dei momenti più immediati ed accessibili, ma anche “For My Sins”, che invece si incupisce e cresce come un cielo sempre più nero e minaccioso, pronto a trasformarsi di lì a poco in tempesta. Infine non possiamo concludere senza citare un paio di episodi più malinconici e riflessivi: il primo, “Gone”, è più tradizionale nel suo raccontare di perdita e sofferenza, mentre il secondo, “A Submarine”, riesce a creare delle belle atmosfere acquatiche, dilatate e melliflue, con un uso delle chitarre più vicino a certe soluzioni di Anathema e Porcupine Tree. Tutto bene, dunque? Sì, ma con le dovute precauzioni: il secondo album dei Famyne è piacevole e non soffre di difetti evidenti, ma al tempo stesso difficilmente riesce a far sobbalzare dalla sedia un ascoltatore che abbia già frequentato molte delle band già citate. Per il momento la band ci sembra una promettente realtà di seconda fascia, capace senza dubbio di trovare una propria schiera di affezionati ascoltatori, ma non ancora in grado di spiccare come punta di diamante. Chi ha già avuto modo di consumare l’opera omnia dei massimi esponenti del genere, però, non si lasci frenare da questa conclusione: i Famyne meritano sicuramente una chance e ci auguriamo che “The Ground Below” possa fornire alla band delle solide basi per il definitivo salto di qualità.