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- Band: FANTôMAS
- Durata:
- Disponibile dal: //2001
E’ certamente impossibile capire se i Fantomas di Mike Patton siano dei geni o dei semplici burloni. Se la loro totale dedizione a strutture oblique e sorprendenti, a spiazzanti cambi d’umore, a quel rumore bianco figlio di chitarre scordate ed elettronica sia dettata dall’incalzante schizofrenia dell’ex Faith No More o da un’intelligenza compositiva talmente profonda da risultare incomprensibile.
Certo è che questo “The Director’s Cut” è un disco interessante nel quale non mancano momenti indiscutibilmente buoni alternati, già nella volontà degli autori, ad altri pregni di una inintellegibile folle autarchia. L’idea è quella di riarrangiare à-la Fantomas colonne sonore di film celebri, quasi a voler miscelare ciò che è famigliare all’ascoltatore con ciò che è destinato a sconvolgerlo senza offrirgli neanche un appiglio. Grind Core mutante che in un secondo diventa ambient che in un secondo diventa rumorismo che in un secondo diventa doom e così via all’infinito. Non c’è spazio per l’improvvisazione, è tutto calcolato con il solo intento di scatenare il caos primordiale e di annebbiare la mente di chi ascolta. Confondere e sorprendere. La voce e gli effetti del geniaccio Patton sono probabilmente la cosa migliore dell’intero lavoro; le timbriche, ora calde ora acide, esaltano con una vena di autocompiacimento la propensione istrionica e l’indiscutibile tecnica di Patton. L’effettistica e tutto il lavoro che sta dietro alla programmazione dei “macchinari” è perfetta, lancinante o rassicurante in funzione di ciò che riproduce. Nota di gran merito anche per il veterano Dave Lombardo dietro alle pelli; difficilmente è stato possibile sentirlo così “in palla” dopo “Reign In Blood”.
Utilità di una recensione di “The Director’s Cut”? Nessuna. Masturbazione mentale che descrive una masturbazione mentale. Provate ad ascoltarlo e mi direte. Forse un ottimo disco.