8.0
- Band: FATES WARNING
- Durata: 01:12:24
- Disponibile dal: 06/11/2020
- Etichetta:
- Metal Blade Records
- Distributore: Audioglobe
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Avevamo bisogno di un ritorno in grande stile dei Fates Warning. Ne avevamo bisogno perché la scena progressive metal ci sta regalando notevoli soddisfazioni ed era importante per una band seminale dimostrare come la vecchia guardia fosse ancora in grado di tenere il passo delle giovani leve, in un circolo virtuoso che può fare solo bene ad un genere musicale fatto di continue sfide. Ne avevamo bisogno anche per riaffermare quella capacità del progressive di essere elegante e raffinato, senza perdere un briciolo di potenza e senza doversi affidare necessariamente a muscolose esibizioni di virtuosismo o ad astrusi costrutti bizzarri. I Fates Warning sono una band tecnicamente ineccepibile, semplicemente perfetta in ogni gesto, ma al cuore pulsante di “Long Day Good Night” sono le emozioni che solo i migliori compositori ed esecutori riescono a trasmettere. Avevamo bisogno di un nuovo album dei Fates Warning e la band statunitense ha risposto con un lavoro eccellente, che conferma ancora una volta una formazione tornata su livelli altissimi.
La lavorazione di “Long Day Good Night” non è stata priva di intoppi, con i musicisti sparsi in diverse parti del mondo e il buon Ray Alder, che vive in Spagna, addirittura costretto a sgattaiolare in studio, dormendo lì durante il lockdown per riuscire a terminare in tempo le sessioni di registrazione. Per nostra fortuna questo non ha intaccato la qualità del processo, portato avanti dallo stesso cantante e, soprattutto, dal chitarrista Jim Matheos. Il nuovo album dei Fates Warning, infatti, raggiunge i settantadue minuti di durata, per un totale di ben tredici pezzi. Di fronte ad una tale mole di lavoro, il rischio più grande è sempre quello di trovarsi davanti ad una trama poco dinamica, incapace di gestire una massa così ingombrante senza confondere l’ascoltatore tra pezzi troppo simili tra loro. Jim Matheos e compagni, invece, dimostrano proprio in questo frangente la loro enorme esperienza, andando a realizzare uno dei lavori più variegati della carriera dei Fates Warning. E’ un lungo viaggio quello in cui ci imbarchiamo schiacciando il tasto play del nostro lettore ma, ogni tappa ci mostra una fotografia diversa, piena di spunti e sensazioni ben distinte tra loro. Consapevoli di non poter descrivere tutti i colori di “Long Day Good Night”, ci limitiamo a citare solo alcuni episodi, per sottolinearne la ricchezza: durante l’ascolto veniamo travolti da composizioni potenti e dinamiche, come il primo singolo “Scars”, oppure “Glass Houses”, per poi venire accarezzati da quella vena malinconica e riflessiva tipica della band in canzoni come “The Way Home” e “Under The Sun”. Ci perdiamo nelle trame più lunghe e articolate di “The Longest Shadow Of The Day”, per poi trovarci inermi di fronte alla semplicità acustica ed intima di “The Last Song”. E ancora ci stupiamo davanti al gusto melodico di una brano come “Now Comes The Rain”, che in tempi (e in un mercato) diversi da quelli in cui viviamo, avrebbe potuto addirittura avere del potenziale commerciale, prima di trovarci nuovamente sorpresi grazie al pulsare elettronico di “When Snow Falls”, che vede il contributo, in veste di ospite, di Gavin Harrison (King Crimson, Pinapple Thief, ex-Porcupine Tree).
A completare un songwriting di altissimo livello, infine, abbiamo una performance strumentale di livello superiore, che valorizza il ruolo di ogni singolo musicista, con una particolare attenzione ad una sezione ritmica semplicemente stellare come quella formata da Bobby Jarzombek e Joey Vera. Difetti, invece? Davvero pochi, giusto qualche calo di tensione di fronte ad un minutaggio davvero importante, che rende praticamente impossibile riuscire a mantenere costante una qualità settata già molto in alto. Forse un paio di episodi meno interessanti avrebbero potuto essere stralciati, andando a snellire un po’ il lavoro nel suo insieme, ma si tratta davvero di inezie, che non incidono negativamente su una band che, dopo trentacinque anni di carriera, riesce ancora a stupire. Avevamo bisogno di un ritorno in grande stile dei Fates Warning. E per fortuna l’abbiamo avuto.