7.0
- Band: FATHER BEFOULED
- Durata: 00:25:00
- Disponibile dal: 13/09/2024
- Etichetta:
- Everlasting Spew Records
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Il nuovo EP dei Father Befouled conferma il percorso della band statunitense, da sempre devota a un death metal tetro e impenetrabile. Fin dagli inizi, il gruppo di Atlanta ha tratto ispirazione quasi esclusivamente dalla scuola torva e spigolosa degli Incantation, e anche su “Immaculate Pain” la fedeltà a quel sound è evidente. Tuttavia, rispetto alle precedenti uscite, emerge una maturazione nel songwriting e una leggera variazione nello stile, già accennata nell’ultimo full-length “Crowned in Veneficum”. Pur mantenendo l’ormai tipica ossatura del loro death metal, i Father Befouled anche in questo lavoro sulla breve distanza introducono infatti alcuni elementi che arricchiscono e sfumano il loro approccio altrimenti ultra tradizionale.
Nei tre pezzi inediti proposti, delle influenze più melodiche ed evocative fanno capolino soprattutto negli assoli di chitarra, che anche in questa circostanza ricordano i primi Paradise Lost. Non si tratta di un cambiamento drastico rispetto all’operato degli esordi, ma di un’evoluzione sottile che rende i brani un po’ più dinamici, pur senza andare a scalfire la proverbiale aura opprimente. La melodia emerge come una sorta di fiamma che serpeggia tra le nebbie di un sound pesantemente distorto e strisciante, senza mai prendere il sopravvento, ma ugualmente contribuendo a creare una maggiore profondità atmosferica. A questa si aggiunge un’influenza della vecchia scuola finlandese anch’essa leggermente più presente del solito, con una solennità che sembra rendere più fluido lo sviluppo delle composizioni.
I Father Befouled non sono mai stati una band che brilla per personalità, e anche in questo EP il quartetto non si allontana troppo dai canoni del genere. Tuttavia, l’efficacia del suo songwriting sta crescendo, con i pezzi che acquistano maggiore identità e che oggi tendono a non ripetere pedissequamente la struttura dell’episodio che li ha preceduti. Questa evoluzione non snatura l’essenza del gruppo, ma la potenzia, rendendo il loro approccio più affilato e incisivo.
Un’ulteriore nota di merito va alle due cover incluse nel mini, “Pain Divine” dei Morbid Angel e “Vulgar Necrolatry” degli Abhorrence. Sebbene le versioni originali rimangano insuperabili, i Father Befouled riescono a rendere omaggio con rispetto e una buona dose di euforia, senza stravolgere l’essenza dei brani, ma integrandoli piuttosto efficacemente nel contesto.