7.5
- Band: FEAR FACTORY
- Durata: 02:33:24
- Disponibile dal: /12/2005
- Etichetta:
- Roadrunner Records
- Distributore: Universal
La cosa migliore del film Mortal Kombat? Sicuramente avermi fatto innamorare della soundtrack: la scena di Scorpion vs Johnny Cage ce l’ho stampata in mente, come le note della stupefacente “Zero Signal”. Prima di allora solo le immagini dei Fear Factory al Dynamo, viste e riviste nelle videocassette di Headbangers Ball. Nell’anno 1995 l’uscita di Demanufacture è sicuramente una pietra miliare nella storia del metal moderno e futuristico, un disco che diventerà modello di paragone e che a distanza di anni non è ancora stato eguagliato nemmeno dagli stessi Fear Factory. La prima cosa che si nota è il suono freddissimo, metallico, meccanico. La produzione, volutamente disinfettata come l’acciaio chirurgico, ha ripulito minuziosamente tutte le minime imperfezioni umane per rendere il suono inorganico, digitale, come se fosse prodotto da un ordigno distruttore. In questo modo la batteria-mitragliatrice di Raymond Herrera, dettante legge sulla sezione ritmica, si unisce indistintamente alle fucilate del corpulento Dino Cazares, dando vita alla più spettacolare e scintillante creatura cyber metal mai costruita. Burton C Bell è uno dei primi cantanti a saper stupire con growl brutali quanto ad elevarsi in melodici eterei e coinvolgenti, contrasto che ora sembra all’ordine del giorno ma che rappresentava una novità assoluta nel ’95. Da “Replica” a “Therapy for Pain” non c’è alcun calo, alcun momento per abbassare la guardia di fronte all’intransigenza lucida e calcolata di questa macchina impazzita, tranne proprio la lenta conclusione di questo concept sulla lotta di un uomo contro il potere delle macchine. “Replica” è un classico, “New Breed” una perla futuristica, “Self-Bias Resistor” è pura devastazione… Cosa aggiungere a tanta perfezione se non il coraggioso esperimento “Remanufacture”, dove l’intero album viene completamente de-stutturalizzato e ricomposto rendendolo quasi irriconoscibile? E’ techno-metallica, drum n bass e viaggi trip hop sui progetti stutturali dell’album originale. Come in tutte le lussuriose reissue del 25esimo compleanno Roadrunner non manca un digipack elegante e un libretto esaustivo con testi e info biografiche raccontate dai protagonisti della band. Se non è nella vostra collezione è un delitto non averlo, indispensabile.
P.S.: il voto qui sotto è quello della reissue, all’album in sè potete aggiungere più di un punto!