7.5
- Band: FEAR OF DOMINATION
- Durata: 00:45:47
- Disponibile dal: 13/05/2009
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Nel 2009 il metalcore è un genere ormai affermato anche nella sua variante trance (il debutto degli Enter Shikari è di due anni prima), i Blood Stain Child hanno già fatto a vedere al mondo come sia possibile combinare magistralmente melo-death e EDM con “Mozaiq” (sempre del 2007) e i Pain di Peter Tägtgren spopolano da almeno una decina d’anni. Non dovrebbe quindi stupire parlare di un gruppo portavoce di queste sonorità, ma mentre in quegli anni Svezie e Danimarca sfornavano band da copertina a grappoli – Deathstars, Sonic Syndicate, Mnemic e Raunchy, per restare ai più noti – la Finlandia si mostrava più tradizionalista, potendo al massimo vantare i semisconosciuti Turmion Katilot. Oltre a questi, lo stesso anno vede la luce anche l’esordio di una band arrivata fino ai giorni nostri, senza conquistare le luci della ribalta ma ritagliandosi un proprio spazio grazie ad un blend sonoro particolare: loro sono i Fear Of Domination (monicker con evidenti richiami al BDSM, come lasciato intendere dalla copertina), il disco è “Call Of Schizophrenia” e il genere proposto lo potremmo definire come un mix di melodic-death metal, metalcore e industrial. Il pezzo omonimo in apertura funge da manifesto programmatico – ritmiche marziali, cantato sporco con controcanti femminili e una tastierina squisitamente trance che si stampa in testa come il miglior Flake – ma sarebbe riduttivo inquadrare i Nostri come una copia minore dei Deathstars. La successiva “Mistake In Evolution” è difatti un pezzo di melo-death dal piglio più moderno, così come “Clown Industry” ricorda i Bodom del periodo “Are You Dead Yet” incrociati con i Dimmu Borgir in versione discotecara. Capita l’antifona, il resto dell’album si muove su questa triangolazione, alternando episodi più veloci (“Punish Y.S.”, “Theatre”) ad altri più cadenzati (“Intact Girl”, “Perfect World”), con una menzione d’onore per la titletrack, summa del Fear Of Domination sound e con la tastierista Niina Telén protagonista, e il remix conclusivo della traccia di apertura in chiave squisitamente EDM, seguendo una tradizione che sarà portata avanti anche nei lavori successivi.