FEED THEM DEATH – The Malady

Pubblicato il 18/06/2024 da
voto
7.5
  • Band: FEED THEM DEATH
  • Durata: 00:27:44
  • Disponibile dal: 20/06/2024
  • Etichetta:
  • Brucia Records

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Da realtà prettamente death/grind, figlia dei ‘soliti’ Misery Index, Nasum e Terrorizer, a progetto in grado di vestirsi di sperimentazione e trasversalità, attingendo dai mondi noise, industrial e ambient per immergersi in un incubo metropolitano dai contenuti torbidi e destabilizzanti. Da one-man band a gruppo vero e proprio, complici gli ingressi di DaviDeath dei Cogas alla chitarra e di Nige dei Tannhäuser Krieg alla batteria. Non si arresta l’evoluzione dei Feed Them Death, così come non si placa il desiderio del loro creatore – quel Void che qualcuno ricorderà essere stato il bassista degli Antropofagus ai tempi del seminale “No Waste of Flesh” – di mettersi alla prova e rimescolare di volta in volta le carte in tavola, tracciando con il passare degli anni e dei dischi una parabola artistica tanto mutevole quanto, a suo modo, coerente.
Pubblicato da Brucia Records, etichetta ligure già responsabile delle atrocità di LaColpa e Laetitia in Holocaust, “The Malady” inaugura quindi l’asset a tre elementi della formazione, segnando anche un ritorno a sonorità più asciutte e dirette in uno stile che comunque – è bene sottolinearlo – non lesina affatto in contaminazioni e sguardi lanciati oltre la sfera metal.
Undici brani per mezz’ora scarsa di musica che partono dagli insegnamenti del vecchio catalogo Earache (dagli Unseen Terror ai Godflesh, passando ovviamente per i Napalm Death), rimangono nei bassifondi inglesi grazie alle derive crust/post-punk di Amebix e Killing Joke e che finiscono per abbracciare una sorta di libera improvvisazione dai toni acidi e jazzati, la quale conferisce alla tracklist una spinta autogena sia a livello ritmico che chitarristico.
Un flusso corrosivo dato dall’incontro/scontro di più fonti, ma che nel momento in cui si dirige verso l’ascoltatore non fatica a presentarsi come una corrente omogenea e spontanea, fra cori puliti a sbucare dalle retrovie, pattern da dancefloor deviato e sferzate thrash-core atte a ribaltare il discorso, sacrificando parzialmente quell’effettistica glaciale che aveva contribuito a fare di “Negative” (2021) un’esperienza viscerale e totalizzante.
Tirando le somme, se il termine non fosse universalmente sinonimo di apparati musicali ben più eleganti e raffinati di questo, si potrebbe persino parlare di avantgarde, dato l’approccio sui generis con cui – anche oggi – i FDT imbastiscono la loro narrazione; una narrazione che però, come detto, qui non manca mai di suonare sporca, scabra, concisa, e che per certi versi amplia (attualizzandole) le intuizioni di un album controverso come “Diatribes”, con episodi del calibro di “D.E.A.T.H.”, la title-track e “Panopticism II” a ribadire l’effervescenza compositiva di lider maximo e compagni.
Al quarto full-length (senza contare gli EP), si può dire che la creatura italo/inglese non abbia ancora messo il piede in fallo.

TRACKLIST

  1. Above All...
  2. Two Minutes Hate
  3. Autopsy
  4. Deleterious
  5. Them, the Guiltless
  6. D.E.A.T.H.
  7. The Malady
  8. Stygian Tide
  9. Panopticism II
  10. Two More Minutes
  11. ...and So Below
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