7.5
- Band: FEN
- Durata: 01:02:18
- Disponibile dal: 21/01/2013
- Etichetta:
- Code666
- Distributore: Audioglobe
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Due anni dopo la buona prova di “Epoch”, con cui raggiunsero le soglie del firmamento del black metal più riflessivo, i Fen si ripresentano con un album che segna una tappa fondamentale nell’evoluzione del suono della band. Le atmosfere agresti degli esordi vengono, con intelligenza e gusto, incanalate in un sound più asciutto e fluente, dove, vista la recente defezione del tastierista Æðelwalh, sono quasi esclusivamente le chitarre a donare sfumature di colore ai brani, che attingono come sempre alle fonti ormai sacre del black metal atmosferico, del folk e del post rock. Pur avendo sempre Drudkh e Agalloch come principali punti di riferimento, il trio britannico è riuscito nell’intento di far crescere il suo progetto musicale non snaturandolo, bensì arricchendolo di alcuni nuovi e interessanti elementi, forieri, in prospettiva, di ulteriori e affascinanti sviluppi. Genuinità e forza d’urto ci sono ancora, eccome – si ascoltino “Consequence” o “Wolf Sun” – ma brani come “Hands Of Dust” e, soprattutto, “Spectre” aprono nuovi orizzonti, abbracciando vistosi tributi pinkfloydiani sospesi in un limbo fra realtà e sogno, fra la polvere della strada e il volo onirico. C’è del coraggio in questi ragazzi, che ora sembrano voler accelerare e bruciare le tappe di un percorso musicale che sinora li aveva visti operare bene in un determinato sotto-genere, ma mai battere strade nuove o stupire veramente. Su “Dustwalker”, invece, con ordine e umiltà, e dimostrando anche notevoli doti di coerenza e istinto, i Fen compiono dei passi in avanti, tirando fuori dal cilindro uno stile più concreto e denso e un intrigante gioco di chiaroscuri, valorizzato sommamente dalla grande crescita dietro al microfono del chitarrista The Watcher e del bassista Grungyn. Anche se a tratti continuano a peccare un po’ di verbosità – ben quattro di queste sette tracce superano i dieci minuti di durata – i Fen nel 2013 sembrano avere una bella ispirazione e una strada in discesa davanti a loro: l’augurio per il futuro è che continuino ad affinare in questa maniera le loro doti espressive e, allo stesso tempo, a cercare qualche sentiero nuovo da esplorare per arricchire ulteriormente il loro talento. “Dustwalker”, in ogni caso, è e rimane il loro album più riuscito ad oggi.