7.0
- Band: FERAL
- Durata: 00:43:49
- Disponibile dal: 29/05/2015
- Etichetta: Cyclone Empire
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Gli svedesi Feral stanno diventando una band interessante. Accasatisi presso la Cyclone Empire dopo una breve esperienza su Ibex Moon, i ragazzi di Skellefteå arrivano a pubblicare il loro secondo album e l’impressione è quella di trovarsi al cospetto di una formazione un po’ più matura di quella che aveva inciso il debut “Dragged to the Altar”. Non si può parlare strettamente di evoluzione per i Nostri, visto che lo stile alla base del progetto è rimasto grosso modo lo stesso, ma è altrettanto vero che oggi il songwriting del quartetto risulti più vitale e ispirato. Tra tutte queste death metal band del panorama underground intente a concepire un suono il più difficile e catacombale possibile, ogni tanto fa piacere ascoltare un gruppo che non si fa problemi ad aggiungere un po’ di brio alla sua formula. Con la loro proposta a metà strada tra old school death metal svedese e death’n’roll – tra Entombed di “Wolverine Blues”, Grave di “Soulless” e Desultory – i Nostri si muovono continuamente su registri vivaci e scattanti, trovando quasi sempre il modo di incastrare una parentesi groovy tra un uptempo e l’altro e mettendo in mostra un’attitudine villana che in un tale contesto sonoro appare pienamente azzeccata. Perfetto esempio dell’affinamento dei Feral è “Creatures Among the Coffins”, pezzo becerissimo sin dal titolo, che presenta al meglio il mix di pesantezza ed orecchiabilità architettato dai ragazzi (qui non così lontani dai migliori Entrails). Come per il debut, va detto che a tratti il gruppo allunga un po’ troppo il brodo e certi brani finiscono per risultare sin troppo strutturati, ma in generale l’ascolto di “Where Dead Dreams Dwell” può essere definito piacevole, a maggior ragione per coloro che hanno vissuto la metà degli anni Novanta. Un buon ritorno.