7.0
- Band: FEUERSCHWANZ
- Durata: 00:39:20
- Disponibile dal: 07/07/2023
- Etichetta:
- Napalm Records
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I metallari tedeschi sono persone semplici: date loro un boccale di birra e un po’ di folk metal, meglio ancora se cantato in lingua madre e nel contesto di un grande festival, e saranno (giustamente) contenti. Ecco dunque spiegato il successo dei Feuerschwanz, band pressoché sconosciuta fuori dalla Germania, nonostante negli ultimo diciotto anni siano arrivati in doppia cifra discografica, scalando le classifiche fino alla vetta raggiunta con il precedente “Memento Mori”. In attesa di vederli tra pochi mesi in azione dal vivo – quando saranno tra i protagonisti al Metalitalia.com Festival nella giornata che vede headliner i Folkstone – possiamo dire di esserci parecchio divertiti ascoltando questo “Fegefeur”, dischetto che riprende le sonorità da ‘balera metal’ degli In Extremo portandolo in una dimensione più moderna e iper-vitamininizzata, oltre ad aggiungere una componente parodistica (per certi versi assimilabile a quelli dei nostrani Nanowar Of Steel) che evidentemente richiede però una discreta conoscenza della lingua per essere apprezzata appieno (al netto di titoli auto-esplicativi come “SGRFD Dragonslayer”).
Limitandoci all’aspetto musicale, possiamo dire che, a partire dalla spassosa “Bastare Von Asgard” (in coppia con Fabienne Erni degli Eluvetie) la commistione di power metal ignorante e folk medievale ci ha messo di buon umore, così come abbiamo apprezzato la presa per i fondelli vichinga di “Berzerkermode” (immaginate gli Amon Amarth strafatti di idromele che tra un coro e l’altro si mettono a rappare). Ovviamente non poteva mancare un richiamo al classico fantasy per antonomasia (“Il Signore Degli Anelli”, fonte d’ispirazione per la corale “Die Horde” e il massiccio mitempo “Uruk-hai”, questa sì vicina ai veri Amon Amarth), ma, come si sarà intuito, non è la ricerca dell’innovazione a spingere l’ottagono bavarese, quanto piuttosto la capacità d’intrattenere il pubblico dall’alto di una line-up che sembra la Justice League del folk metal (vedere le foto promozionali per credere).
Pur nella spettacolarità del cinemascope messo a disposizione dalla Napalm Records, c’è come prevedibile qualche passaggio più telefonato (la title-track, “Eis & Fever”) e il rischio di confondersi nel mare magnum di band più o meno simili – citiamo a titolo di esempio gli Alestorm, soprattutto nei frangenti che chiamano in causa Scozia e Irlanda, come succede con “Highlander” e “Morrigan” – ma, nel complesso, i quaranta minuti filano via lisci fino alla semi-ballad “Valkyren” posta in chiusura, lasciando pregustare una resa ancora migliore dal vivo con contorno di pubblico e scenografia.