7.0
- Band: FEUERSCHWANZ
- Durata: 00:43:31
- Disponibile dal: 03/05/2024
- Etichetta:
- Napalm Records
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Non è banale, per una band nata durante la grande esplosione del folk metal di inizio anni Duemila, potersi permettere di celebrare vent’anni di carriera con una rilevanza internazionale persino in crescita: i Feuerschwanz ci sono riusciti con costanza, perseveranza e l’aver imbroccato prima il pubblico dei vichinghi in kilt e ora quello dei nerd da fiera del fumetto.
Per il significato del nome, suggeriamo l’utilizzo di un traduttore automatico, mentre, per quanto riguarda i contenuti di questa raccolta, con alcune delle hit della formazione tradotte in inglese, riprendiamo una frase che fa capire tutto dalla recensione di “Fegefeuer”, uscito nel 2023: “I metallari tedeschi sono persone semplici”.
I Feuerschwanz provano quindi, con un parterre di ospiti di rilievo, a superare i confini germanici per invadere il mondo col loro folk metal festaiolo. Ne è un esempio il divertentissimo concerto che hanno tenuto al Metalitalia Festival 2023, ed è una conferma il fatto che si sono già imbarcati in un tour con i cugini Orden Ogan, dei quali Dominum canta “The Unholy Grail”, l’unico inedito di questa raccolta caratterizzato pure da un divertente reprise del tradizionale “Dies Irae” medievale. Suoni pompati a mille, che assimilano subito la band a tutta quella schiera che parte con gli Alestorm e finisce coi Sabaton: canzoni estremamente semplici, ballabili e pensate per far esaltare soprattutto in sede live. Rispetto alle originali in tedesco, non ci sono particolari cambiamenti: produzione sostanzialmente uguale, con qualche piccola differenza nella metrica dovuta ovviamente al cambiamento linguistico. Almeno, chiunque ora può apprezzare la cafonaggine di pezzi killer come “Death On the Dragonship” (in originale “Untot Im Drachenboot”) o la storia de “Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco” con “A Song Of Ice And Fire” (in originale “Eis & Feuer”). Dragoni, spadoni, boccali di birra e corpi seminudi abbondano anche in “Wardwarf” (“Kampfzwerg”), che vede anche la partecipazione di Francesco Cavalieri dei Wind Rose.
Inutile dire che, dopo tre o quattro canzoni, o ci si stufa oppure ci si stampa un sorriso scemo in faccia, canticchiando i ritornelli dei pezzi, specialmente quello di “Bastard Of Asgard”, probabilmente il brano più conosciuto del numerosissimo gruppo.
A chiudere le celebrazioni, c’è una cover dello youtuber Miracle Of Sound, conosciuto per i suoi pezzi originali dedicati ai videogiochi (andate a cercarvi quella su Doom, per capirci): “Valhalla Calling”, tratta da “Assassin’s Creed Valhalla”, che sicuramente farà sfaceli alle fiere del fumetto e alle gare di cosplay.
Noi metallari possiamo essere in fondo persone semplici, e così c’è chi si divertirà e chi si farà andare bene questa schiera di gruppi di cui scrivevamo sopra, accumunati da una produzione iperpompata e dalla stupidera generalizzata. “Warriors” è una simpatica celebrazione che non farà strappare i capelli a chi ascolta metal tutti i giorni, si informa e segue la scena, ma probabilmente attrarrà nuovi fan che fino ad ora conoscevano solo i Nanowar Of Steel e i Powerwolf: in fondo, può andare bene così.