5.0
- Band: FEVER 333
- Durata: 00:42:12
- Disponibile dal: 04/10/2024
- Etichetta:
- Century Media Records
Spotify:
Apple Music:
L’attivismo politico e sociale, l’indignazione e la rabbia sono sempre stati il centro della proposta musicale dei Fever 333, capaci di esternarle in maniera eccellente tramite la crudezza e la complessità dell’EP “Made an America” e l’appeal più melodico e commerciale del debutto “Strenght in Numb333rs”.
Le folli performance dal vivo sono sempre state la parte migliore della proposta del trio interraziale che, lasciata l’ala protettiva di Travis Barker e con la nomination ai Grammy Awards, sembrava destinato al successo assicurato.
Il giocattolo invece si è rotto nell’ottobre 2022, quando sia il chitarrista Stephen Harrison che il batterista Eric Improta hanno mollato, lasciando i cocci al frontman Jason Aaron Butler – vederli poi formare gli House of Protection è chiaro indice della causa della separazione: da lì, un tracollo durato svariati mesi, fatto di tour cancellati, mancato rinnovo con Roadrunner, uscite rimandate ed attesa, che ha portato oggi ad una nuova formazione, una nuova casa discografica ed un nuovo disco.
“Darker White” avrebbe dovuto essere un nuovo inizio, forte della volontà e dell’energia di uno dei migliori frontman sulla piazza, con gregari di tutto rispetto come la bassista (finalmente un basso in formazione!)/modella/personalità social April Kae ma, come hanno lasciato intravedere le numerosissime anticipazioni, lo slancio di Butler non basta a far risollevare le sorti del progetto.
Le motivazioni non sono da ricercare tanto nell’appoggiarsi maggiormente all’hip-hop – componente da sempre in gran luce nel mix di rock, hardcore e punk della band – quanto nella banalizzazione di una proposta che sembra aver smesso del tutto di graffiare: non solo il boom-bap di “Tourist” e la trap di “Pin Drop” sono deviazioni abbastanza sterili musicalmente, purtroppo la delivery (ovvero il modo in cui un rapper pronuncia le parole, il tono della voce, l’intonazione, le pause, le enfasi) è ripetitiva ed elementare, lontana anni luce dagli esordi.
Pur esistendo nel disco riff tondi e rumorosi (“Higher Power”), in qualche modo il crossover risulta povero ed essenziale, in qualche brano anche datato, coi ritornelli vincenti di “Strenght…” che sembrano un lontano ricordo grazie a riproposizioni annacquate (“Swing”) o inoffensivo radio rock (“Nosebleed”).
Per una band che sembrava aver trovato il suo posto portando avanti il discorso dei Rage Against The Machine, la parola ‘inoffensivo’ è seriamente un problema perchè, se i testi restano sì carichi di significato, la controparte musicale – compresa la prova del cantante – è in piena crisi creativa.
Arriva a pochi giorni prima della pubblicazione del disco la decisione di Butler di annullare l’ennesimo tour per curare la propria depressione: lasciando a piedi una band composta interamente da nuovi elementi, crew, promoter ed etichetta, siamo probabilmente davanti ad un bel chiodo nella bara dei Fever 333.