8.5
- Band: FEVER 333
- Durata: 00:48:12
- Disponibile dal: 18/01/2019
- Etichetta:
- Roadrunner Records
- Distributore: Warner Bros
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I Fever 333 stanno per essere sparati in orbita: un anno e mezzo fa facevano pop-up show nei parcheggi, oggi hanno appena terminato un tour nei palazzetti rubando la scena ai Bring Me The Horizon e hanno ricevuto, con un solo EP in tasca, una nomination ai Grammy. Un trio che per pubblico e addetti ai lavori è prima di tutto il proseguimento del percorso artistico di Jason Aalon Butler, pazzesco frontman di una band eccellente che ha avuto una fine prematura: i Letlive. La sua avventura va avanti in compagnia dell’ex-The Chariot Stevis Harrison (chitarre) e di Aric Improta dei Night Verses (batteria): un trio interrazziale che si dedica ad un crossover altamente politicizzato rap/rock/metal ed electro, in una formula scarna, basilare e diretta quanto è necessario in questi tempi di assunzione musicale fulminea. Il paragone coi Rage Against The Machine è naturale, ma non siamo davanti ad un clone da impacchettare alla generazione più nostalgica di sempre, i millennials. Almeno non solo. L’urgenza attivista dei Fever passa attraverso il lato glamour di Los Angeles assorbendo le influenze degli Hollywood Undead e le vibrazioni electropunk dei Prodigy, sfruttando ampiamente come pista di lancio l’enorme vuoto lasciato dai Linkin Park. Riferimenti di dimensioni colossali come RATM e Linkin Park fanno scomparire ogni aspirante erede, ma con il loro approccio minimalista ed efficace à la Rick Rubin, la malizia maturata in anni di gavetta, l’impellenza narrativa delle minoranze etniche e le rime che puntano alla linearità piuttosto che al tecnicismo… tutto quadra alla perfezione: la violenza di “Burn It” e “One of Us” è liberatoria, e come le altre tracce si appoggia a riff innervati da bassi elettronici che strizzano l’occhio ad un pubblico trasversale (“Out Of Control/3”). Ogni singolo ritornello poi è istantaneo, e sembra costruito da team di ghost writer per riempire i palazzetti: “Animal”, “Prey For Me/3”, “One Of Us” , “The Innocent” fanno salire i brividi sulla schiena da quanto capaci di ricordare i momenti migliori del compianto Chester Bennington, tanto che non ci stupiremmo se Shinoda e compagni sopravvissuti decidessero di chiamare Butler come rimpiazzo permanente. Troviamo un episodio a parte, decisamente più personale, nella rap ballad “Inglewood/3”, uno storytelling vivido ed evocativo con un finale caotico. La chiusura è affidata invece all’acustica ed ‘emo’ “Am I Here” e alla dolce “Coup d’Etalk”, intrisa di speranza. Oltre all’inevitabile rabbia, i Fever 333 usano abbondanti dosi di melodia per far raggiungere il loro vitale e ribelle messaggio a più orecchie possibile: la strada del “fight the power” e del glitch che combatte il mostro dell’ingiustizia e della povertà dall’interno del sistema è alla loro portata, così come quella di dominatori delle classifiche e nuova sensazione rock mondiale. “Strength In Numb333rs” è oggi entrambe le cose, ed è sicuramente uno dei debutti più incredibili di questo 2019.