6.5
- Band: FIDES INVERSA
- Durata: 00:19:36
- Disponibile dal: 13/01/2017
- Etichetta:
- World Terror Committee
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A distanza di tre anni dal bel full length “Mysterium Tremendum et Fascinans”, ritornano sulle scene con un mini album i capitolini Fides Inversa, scegliendo di estremizzare il passaggio verso sonorità dilatate e corrotte; viene mantenuta una costruzione dei brani piuttosto complessa e decisamente ricca, e difatti entrambi i brani sfiorano i dieci minuti di durata. Stando alle note di corredo al promo, l’intero lavoro è stato realizzato e registrato in una sola session, il che aumenta sicuramente il fascino e il plauso per la rilevante capacità compositiva via del duo romano, qui accompagnati alla voce da Wraath, chitarrista dei Behexen e già sodale del batterista Omega nel progetto Darvaza. Su “First Congress” si segnala la sovrapposizione di due linee vocali, una vicina all’atonalità di Dagon degli Inquisition e una pulita e squillante, che aumentano il sentore esoterico e di adunanza suggerito dai riff lenti e asfissianti; ma fa anche capolino un’accelerazione che riporta l’orologio dalle parti del loro esordio “Hanc Aciem Sola Retundit Virtus”, allorché il riferimento centrale dei Nostri era sicuramente la scuola svedese più intransigente. Vi è poi il ritorno ad atmosfere più ipnotiche sul finale, tra la breve comparsa di una chitarra arpeggiata e un riff decisamente più ossessivo a chiudere questa prima suite. Per la successiva “Rite Of Inverse Incarnation” i Fides Inversa scelgono di rimanere invece convintamente sulle sonorità più estreme e votate alla violenza primordiale; il risultato viene ottenuto efficacemente grazie al muro di suono di chitarre e batteria dalle parti di un blackened death, accompagnato da un cantato decisamente più aggressivo, anche nelle parti pulite nuovamente presenti. Complessivamente l’EP guadagna piena promozione, e riesce a segnare comunque un’ulteriore evoluzione da parte della band, che assembla sempre più un suo sound personale, evocativo allo stesso tempo di brume e battaglie; resta sempre un po’ la sensazione che i pezzi potrebbero funzionare anche con una durata più limitata, ma nell’ottica di due soli brani, venti minuti garantiscono almeno un senso all’acquisto e all’ascolto, sicuramente meritato.