8.0
- Band: FIFTH ANGEL
- Durata: 01:09:03
- Disponibile dal: 15/06/2023
- Etichetta:
- Nuclear Blast
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Un concept fantascientifico e quattordici brani ispiratissimi dal sound possente e martellante; i Fifth Angel – storica heavy metal band di Seattle che negli anni Ottanta ci ha regalato due perle assolute come “Fifth Angel” e “Time Will Tell” – si rifanno vivi con un lavoro che farà brillare gli occhi ad ogni appassionato di queste sonorità.
Dopo alcuni anni di silenzio a seguito del buon “The Third Secret” (dato alle stampe nel 2018 e che aveva segnato il ritorno del gruppo dopo quasi quarant’anni), il quintetto americano deve aver affilato le armi, trovando una formula magica per comporre quello che ad oggi sembra a tutti gli effetti uno dei dischi heavy dell’anno.
Una produzione stellare esplode dalle casse con un vigore impressionante, e aumenta il livello delle composizioni scolpite nel metallo come la robusta opener, la title-track, dove l’ugola di un immenso Steven Carlson, ispiratissimo durante tutta la tracklist ricordando a tratti il grande Russen Allen, si spinge su note alte continuando a graffiare, dando così un perfetto supporto al riffing indiavolato delle chitarre.
Qualche parte narrata trova spazio tra un brano e l’altro, immergendo l’ascoltatore all’interno del concept sci-fi in cui Phoenix, il giovane protagonista intrappolato in un mondo oscuro dove accadono eventi catastrofici predetti da una band chiamata (sic!) Fifth Angel, combatte contro lo spietato oppressore.
Un assolo fulmineo apre la via della rocciosa e oscura “Resist The Tyrant”, con la quale può subito partire l’headbanging, mentre per quanto riguarda l’inno “We Are Immortal” già se ne pregusta l’impatto che potrà avere in sede live, con un refrain che già su disco alza l’esaltazione su livelli elevatissimi, figuriamoci dal vivo. Qualche rimando alla storica scena di Seattle (pre-grunge, of course) dei Queensryche ad esempio, trova spazio con il tocco più progressivo, intimo e ricercato di “Ashes To Ashes”, in cui tappeti di tastiera e chitarre acustiche creano sonorità astrali e sognanti. Steve Conley e Ed Archer lasciano solchi profondi con le loro chitarre suonando riff poderosi alla Metal Church (altra band proveniente dalla città di Seattle!), come durante la ruvida “Empire Of Hate”, e lanciandosi su assoli sempre ben assestati. I ritmi alti di “Seven Angel” sono spinti dalla doppia cassa martellante dello storico e veterano drummer Ken Mary, che poco dopo si lancia sui ritmi sostenuti dell’epica “Kill The Pain” la quale conquista con eleganti soluzioni ed un coro rotondo e pieno che accompagna il ritornello. Sonorità sinfoniche e barocche trovano spazio con “The End Of Everything”, aumentando il pathos per quello che sarebbe un finale perfetto anche se è con la successiva e piuttosto classica “Light The Skies” che si chiude definitivamente questo disco.
Impresa ardua trovare difetti a questo “When Angels Kill” se non appunto la sua durata forse eccessiva; i Fifth Angel non sono certo quelli di quarant’anni fa, ma reinventandosi e trovando i giusti innesti attorno ai tre membri storici – nei ruoli chiave di chitarra e voce – sono riusciti a dare alla luce un lavoro esemplare in quanto a ispirazione e originalità all’interno di un genere che non ammette troppe divagazioni.