FINALITY – Technocracy

Pubblicato il 09/05/2023 da
voto
8.0
  • Band: FINALITY
  • Durata: 00:48:12
  • Disponibile dal: 05/05/2023

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Nonostante sia partito in origine come ‘un progetto tra amici a tempo perso’, ci fa piacere constatare che in realtà il nome Finality abbia subito un bel colpo di scena, in quanto siamo in presenza del loro ambizioso album d’esordio “Technocracy”. Per chi apprendesse ora della loro esistenza, si tratta di un nuovo combo assemblato grazie alla volontà di Tony Asta e Hiran Deraniyagala degli statunitensi Battlecross, ormai fermi da diversi anni e dediti storicamente ad una fortunata miscela di elementi provenienti anche da generi anche relativamente distanti, tra cui groove metal, melodic death, thrash e persino metalcore.
Nel caso dei Finality, le carte in tavola vengono prima rimescolate e poi stravolte direttamente: la proposta risulta infatti molto più vicina ad un certo tipo di metal classico, seppur proposto in una chiave alquanto folle e progressiva, potenzialmente collocabile al fianco di realtà come i Paladin, i Savage Messiah, gli Unleash The Archers e i compianti Dire Peril. Si potrebbe infatti etichettare il loro sound come una sorta di thrash/power tecnico con una parvenza visionaria e coraggiosa, non semplice da inquadrare: con un po’ di fantasia potremmo definirlo una sorta di punto intermedio tra Iced Earth, Testament, Helloween e Blind Guardian, con in più una spruzzatina di sonorità contemporanee in veste di collante; il tutto cantato rigorosamente con voce pulita e colmo di sfoggi strumentali da parte di musicisti degni di lode, per le proprie doti esecutive e, a dirla tutta, anche compositive.
I temi trattati vanno dal transumanesimo all’elevazione della scienza (o dello scientismo) ad un’altezza al limite del religioso, con numerosi riferimenti agli scritti di gente come James Tunney, il che è più che sufficiente per inquadrare le atmosfere evocate in un’opera che – lo diciamo chiaramente – ci ha stupito e spiazzato positivamente sin dal primissimo ascolto.
I tre minuti scarsi della iniziale “Academia” sono sufficienti ad introdurci nei meandri di un’opera che fa dell’energia pura il proprio punto di forza, e per questo vengono adottate soluzioni che vanno dalle telluriche sfuriate ritmiche tipiche del thrash, ai ritornelli melodici e cantabili propri di una grande realtà melodica – tra cui quello della lunga titletrack, che comunque non scherza in quanto ad aggressività e collera musicale. Il tutto però impreziosito con rimandi più o meno parziali a realtà contemporanee, tant’è che in determinate derive abbiamo captato qualche leggero rimando a formazioni come i Killswtich Engage o gli stessi Battlecross.
In buona sostanza, siamo in presenza di ciò che desideriamo sentire in produzioni moderne, contaminate e attualissime nel sound, ma sempre a base di stramaledetto metal autentico al cento per cento, nella loro essenza. Volendo fare esempi nella tracklist, sfidiamo chiunque a non esaltarsi sui riff della più cadenzata “World Fell Apart” o su una fucilata breve e diretta come “Predecessor”, che pure nella sua violenza intrinseca rimane orecchiabile e quasi catchy.
In certe parentesi, la totalità della proposta potrebbe risultare caotica ad alcuni ascoltatori, ma considerando l’andamento generale riteniamo probabile che si tratti di una scelta perfettamente calcolata: d’altronde, se scrivi un pezzo che si intitola “Delirium” è giusto che il risultato sia ben commisurato. Anzi, il fattore puramente emozionale e cognitivo delle singole tracce è stato enfatizzato in maniera ottimale, anche se, come difetto, potremmo segnalare la mancanza di qualche parentesi del tutto a se stante rispetto alla tracklist, come una ballad effettiva o una fase prevalentemente acustica, in grado potenzialmente di concedere un attimo di respiro in mezzo al marasma di note, grinta e melodie furenti.
Tale possanza sonora è resa peraltro possibile grazie all’impiego di ben tre chitarre, ciascuna col proprio ruolo e il proprio suono graffiante a rimpolpare un muro sonoro che, se riprodotto col giusto impianto, può far davvero tremare le pareti; e ci stupisce che non sia stata impiegata anche una tastiera, ma all’atto pratico non se ne sente davvero la mancanza.
A questo punto la nostra speranza è che il progetto Finality abbia, per l’appunto, una finalità effettiva all’interno del mercato: dire che la strada tracciata è quella giusta sarebbe riduttivo, e c’è davvero parecchia carne al fuoco su cui lavorare e da proporre magari a qualche label dal nome altisonante. Il nostro verdetto, decisamente positivo, è un augurio in tal senso.

TRACKLIST

  1. Academia
  2. Finality
  3. Malevolence
  4. Delirium
  5. Technocracy
  6. Pain
  7. World Fell Apart
  8. Predecessor
  9. Revelation
  10. Oblivion
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