6.5
- Band: FINNTROLL
- Durata: 00:45:41
- Disponibile dal: 17/02/2010
- Etichetta:
- Century Media Records
- Distributore: EMI
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I Finntroll hanno sempre fatto attendere i propri fan tre o due anni per l’uscita di un loro nuovo album, e anche stavolta non si sono smentiti. Ma forse mai come adesso l’attesa per il nuovo album di questa band è stata così grande. Nel corso degli anni, infatti, i Finntroll hanno dato il via ad un vero e proprio sottogenere del metal, grazie al loro humpaa/folk metal ambientato nel mondo dei troll! Dovremo sempre ringraziare i Finntroll per questa forza iniettata alla scena underground extreme metal a suon di grandi album, ma ora è anche giusto avere grandi aspettative nei confronti di un gruppo ‘big’. Già con il predecessore “Ur Jordens Djup” la band finlandese (ma che canta in un dialetto svedese che si parla in Finlandia nell’area della capitale Helsinki) aveva dimostrato un vistoso calo sia compositivo che d’energia pura, ora il discorso con il nuovo “Nifelvind” le cose sono un po’ cambiate, ma di certo il gruppo di Trollhorn e soci non ha sfoderato il miglior album della loro grandiosa carriera. I Finntroll non potevano fare un album troppo simile agli ultimi due perché rischiavano troppo di ripetersi, e così hanno voluto cambiare un po’ le carte in tavola e per l’occasione presentano la propria band sotto una luce tetra, più violenta ed oscura. Qui viene rappresentato il mondo buio degli spettri più che quello allegro dei troll, la foresta si incupisce, qualcosa di malefico è in agguato. Nemmeno sull’album di debutto avevamo sentito i Finntroll così oscuri né così violenti e pesanti. Già, è questa la grande novità di “Nifelvind”: il classico e festoso (e a tratti ska) humpaa/folk metal dei Finntroll qui è stato ridotto ai minimi termini, prevalgono riff di origine black metal e ci sono stacchi in pieno stile death, mentre le tastiere sono qui concepite diversamente. Il loro sound è spesso psichedelico oppure sono usate per creare grandi sinfonie che starebbero bene come qualche colonna sonora a non si sa bene quale film, ma che comunque sono parecchio diverse dagli stacchetti festosi o folkeggianti suonati in passato dai Finntroll. Meglio l’ultima parte del CD che non la prima, troppo arida. I Finntroll hanno avuto il coraggio di cambiare un po’ per non fare un album fotocopia del precedente, ma di fatto senza la buona dose di humpaa/folk metal nei loro brani perdono tutto ciò per cui sono diventati così famosi ed amati. Buona l’idea di rendere il mood dell’album parecchio cupo, ma chissà quanti fan adoreranno sin da subito questa release, un lavoro che presenta anche stavolta il solito punto debole: il cantante Vreth, già presente sul precedente CD. Imbarazzante il confronto con i vecchi cantanti della band Katla (che scrive ancora i testi dei brani del gruppo) e Wilska, veri mattatori sia in studio che dal vivo. La prestazione di Vreth anche stavolta è ininfluente, senza peso, la sua presenza è sporadica e la voce è registrata ad un volume piuttosto basso, come se la stessa band non fosse convinta al 100% nel proprio operato. Un vero peccato che i Finntroll con il passare degli anni si stiano pian piano spegnendo. Ma ciò che hanno fatto in passato non può essere dimenticato.