7.0
- Band: FINSTERFORST
- Durata: 00:39:07
- Disponibile dal: 08/09/2023
- Etichetta:
- AOP Records
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Dopo tanti anni di militanza ed una discreta discografia (anche numericamente parlando), i tedeschi Finsterforst escono con un nuovo lavoro dopo il periodo pandemico.
Ormai da anni il rispetto per la dicitura ‘full-length’, ‘EP’ o ‘mini-CD’ che sia è andato perduto, ed ogni singola casa discografica o band decide in autonomia come dichiarare la nuova release, senza considerarne davvero la durata: così, soprattutto in certi ambienti vicini al metal più estremo, assistiamo alla pubblicazione di dichiarati album della durata di trenta minuti o poco più e altre volte, come nel caso dei Finsterforst, degli EP che in realtà si aggirano sui quaranta minuti. Tra i due estremi, per chi scrive, è preferibile e sembra più onesta la generosità dei Finsterforst.
Ad ogni modo, la carriera di questo combo proveniente dalla Foresta Nera è composta di alti e bassi: ultimamente i Finsterforst si erano risollevati grazie al convincente “Zerfall” del 2019, e dobbiamo ammettere che anche la nuova release non dispiace affatto.Tornando agli albori, ricordiamo come questi (al tempo) giovanissimi musicisti cresciuti a pane e Finntroll si prefissero il non facile compito di creare nella scena tedesca un black metal che sapesse guardare contemporaneamente al folk e alle atmosfere sinfoniche, capaci di rievocare l’epicità germanica che affonda le proprie radici nella mitologia e nella tradizione popolare. Con il senno di poi, anche se la band non ha mai prodotto un capolavoro, si può dire che sia riuscita a farsi largo all’interno della scena nazionale e non solo.
Con il passare degli anni lo stile di questo gruppo è mutato, senza stravolgersi e da un po’ di anni a questa parte i riferimenti sono cambiati e si sono diversificati passando dagli immancabili Bathory, ai Thyrfing prima maniera, agli Heidevolk, ai Mänegarm e a tanti altri.
Come al solito, per apprezzare questa band, bisogna concedere al disco il beneficio del tempo, in quanto solo dopo numerosi ascolti si riesce a cogliere qualcosa di più di quello che si sente al primo impatto; non che questo tipo di musica sia complicata da capire, ma avendo al proprio interno parti atmosferiche, strumenti folk e quel tocco epico tipico del pagan metal, non tutto è così scontato di primo acchito.
Ciò che piace di questo lavoro è la storia che l’ha fatto nascere, ovvero una collaborazione tra la band ed i propri fan per dare alla luce durante il difficile periodo pandemico un brano unico di quaranta minuti – ci piaceranno sempre le band che non dimenticano il ruolo fondamentale dei propri fan, fondamento senza il quale molte di loro non esisterebbero.
Alla fine “Jenseits” è stato suddiviso per praticità in quattro capitoli, di cui il primo rappresenta forse meglio degli altri il vero spirito guerriero della band. L’inizio è davvero da brividi e tocca un momento estatico in cui si può rivivere la gloria degli antichi popoli germanici, il medesimo motivo viene poi ripreso nel capitolo finale, per concludere degnamente questa release.
La produzione è una delle migliori di cui abbia mai goduto la band, capace per l’occasione di racchiudere nel sound in maniera onesta ed orecchiabile tutte quelle influenze che nel corso degli anni hanno arricchito il proprio trademark, dal viking, al folk, al più generico pagan metal (davvero difficile invece ritrovarvi ancora tracce black metal).
Se questo è il manifesto di ciò che i Finsterforst chiamano “black forest metal“, allora merita di suscitare quantomeno la vostra curiosità.