7.5
- Band: FIRESPAWN
- Durata: 00:42:36
- Disponibile dal: 13/11/2015
- Etichetta:
- Century Media Records
- Distributore: Universal
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Introdotto da un artwork stupendo del sempre più richiesto Paolo Girardi, “Shadow Realms” può essere visto come l’ennesima riprova della classe e nel talento insiti nella vecchia guardia death metal svedese. Un album che non fa nulla per nascondere o tradire la sua natura, ‘di genere’ nell’accezione migliore del termine, frutto di una band esordiente soltanto sulla carta e con le idee chiarissime su come intendere questo nuovo progetto. Quello che i Firespawn ci propongono non è affatto una rivisitazione del classico sound swedish – come che sarebbe stato lecito aspettarsi, vista la presenza in line-up di gente come L-G Petrov e Fredrik Folkare – bensì un omaggio alla gloriosa scena black/death di una ventina d’anni fa e alle ottenebranti visioni targate Morbid Angel, in cui a prevalere è un’atmosfera sulfurea e maligna che finisce per richiamare neanche troppo velatamente quelle di un “Covenant” o di un “Darkside”. Una commistione di stili e sensazioni, sempre all’insegna di un’attitudine ‘evil & Satan’, che trova libero sfogo già a partire dall’opener “The Emperor”, dove blast beat furiosi cedono il passo a ritmiche più cadenzate mentre arabeschi di riff velenosissimi vengono materializzati per mano delle chitarre, con il growling intelligibile di Petrov (qui alla sua prova più brutale dai tempi di “Left Hand Path”) a fare da collante. Dei Nostri piace soprattutto la capacità di comporre brani dal piglio immediato, in grado di stamparsi subitamente nella memoria dell’ascoltatore, oltre ovviamente alla volontà di affrancarsi dal cosiddetto revival old school per cimentarsi in qualcosa di meno banale e scontato. Al posto delle ‘solite’ riproposizioni di “Drowned” e “Soon To Be Dead”, quindi, ecco susseguirsi episodi come “Imperial Burning” o “Necromance” (con ogni probabilità, ciò che la band di Trey Azagthoth avrebbe sfornato se fosse nata tra le nevi della Svezia anziché al sole della Florida), per un risultato finale che convince e diverte dal primo all’ultimo minuto della tracklist. A fronte di tanta cura per i dettagli e di una rabbia luciferina pressoché tangibile, speriamo vivamente che questo “Shadow Realms” non rimanga un caso isolato e che il quintetto ci regali al più presto un seguito all’altezza.