7.0
- Band: FIVE FINGER DEATH PUNCH
- Durata: 00.42.15
- Disponibile dal: 01/12/2017
- Etichetta:
- Eleven Seven Music
- Distributore: Warner Bros
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Dopo dieci anni di carriera il 2017 ha tentato in tutti i modi di fermare il carrarmato Five Finger Death Punch: una causa legale ha bloccato l’uscita del nuovo disco, mentre il demone dell’alcool si stava portando via il frontman Ivan Moody. La perseveranza del gruppo ha comunque avuto la meglio, ecco quindi arrivare questa raccolta a terminare il contratto negli Stati Uniti con Prospect Park (in Europa la band resta con Eleven Seven) in attesa che possa essere pubblicato il nuovo album in studio, pronto dal gennaio scorso. Punto focale di interesse sono sicuramente gli inediti, nell’era delle playlist unico vero motivo oltre al collezionismo che potrebbe spingere all’acquisto di questa raccolta che ripercorre, senza alcun colpo di scena, tutti i successi della band. I Death Punch si sono infatti battuti per inserire due pezzi nuovi dalle sessioni del prossimo album in questo “Decade Of Destruction”. Il primo è “Trouble”, costruito su un riff ruffiano e un beat scintillante, con un ritornello melodico di facile presa. Un singolo che potrebbe essere composto da un algoritmo per quanto memorizzabile, il classico brano che può essere tacciato di superficialità e che potrebbe sembrare scritto col pilota automatico ma un altro brano che nessuno, guarda caso, riesce ad eguagliare per efficacia. Il secondo inedito è un lento d’atmosfera che si posa sulla voce suadente e virile di Ivan Moody, sempre capace di trasmettere sentimenti diretti, epico e drammatico come un film di guerra. A molti servirà arrivare al ritornello per intuire che si tratta di una rilettura molto efficace della celebre “Gone Away” dei The Offspring, forse il singolo più atipico e introspettivo dei californiani, insospettabile gruppo preferito del frontman dei Death Punch. Una cover sorprendente e memorabile che contiene tutti gli elementi distintivi della formula 5FDP, davvero a fuoco. Il resto, come abbiamo già detto, è praticamente la scaletta che la band va a raffinare di anno in anno, con unica assente quella “Burn MF” che rappresenta il lato più ruvido del gruppo, in questo modo davvero poco rappresentato. I collezionisti non se lo faranno mancare, potrebbe comunque rimanere un regalo piacevole o un modo per introdurre qualcuno ad una delle band più importanti della attuale scena mainstream.