7.5
- Band: FIVE FINGER DEATH PUNCH
- Durata: 00.38.23
- Disponibile dal: 04/09/2015
- Etichetta:
- Eleven Seven Music
- Distributore: Warner Bros
Spotify:
Apple Music:
Dopo la fondazione nel 2005 da parte di Zoltan Bathory e Jeremy Spencer i Five Finger Death Punch hanno pubblicato il debutto “Way Of The Fist” a fine 2006, e nel 2007 erano già nella line up del Family Values Tour (il penultimo, con Korn, Evanescence ed Atreyu). Da allora nessuna pausa significativa per il gruppo, nessun break se non per scrivere nuovo materiale, nessun progetto parallelo. Di strada in questa decina d’anni i 5FDP ne hanno fatta parecchia, arrivando a dominare gli States come headliner di carrozzoni importanti e come bestseller da disco d’oro, facendosi contemporaneamente un nome in Europa e sbarcando nei mercati fondamentali come quello inglese e tedesco. Fermarsi non è un’opzione, così nell’estate 2015, tra l’ennesimo tour e l’intensa campagna promozionale, il motore viene tirato al massimo, tanto da rischiare il danno irreparabile nel famoso ‘stage meltdown’ di maggio – una lite furiosa davanti agli spietati occhi digitali che in poche ore ha fatto il giro del mondo. Come reagire? In puro stile 5FDP la band ha tirato dritto senza annullare nemmeno una data e lavando i panni sporchi in casa. Eccoli ora all’album numero sei, nominato “Got Your Six”, che in linguaggio militare significa “guardare le spalle”. Nessuna grossa sorpresa dal punto di vista compositivo: la band riprende il discorso di “Wrong Side Of Heaven Vol.2” e lo porta avanti in maniera eccellente: aspettatevi dunque undici tracce ruggenti, grandi aperture melodiche, saluti militari, spacconate, groove, muscoli e ‘badassery’ assortita. Una ricetta che non farà cambiare idea ai detrattori (per quello ci sono le devastanti dimostrazioni live) ma che fa prendere coscienza della facilità con cui la band riesce a costruire, velocemente e senza soluzione di continuità, raccolte solidissime, spettacolari, vincenti. Spencer dichiara che il nuovo disco “copre l’intera gamma del sound del gruppo” e non gli si può dar torto, forse vengono estremizzate le dinamiche nei ritornelli con voce pulita, che strizzano sempre più l’occhio al prossimo obiettivo, diventare festival headliners: ascoltando “Ain’t My Last Dance”, “My Nemesis” e “Question Everything” emergono melodie talmente sfacciate che viene automatico immaginare l’astio dei più intransigenti. L’MVP del sesto capitolo in studio è sicuramente la chitarra solista: come dimostra il tatuaggio sulla tempia Jason Hook è ‘Driven’, motivato. Dalla backing band di Alice Cooper e Mandy Moore l’artista indossa la jersey numero 10 e influenza gran parte dei pezzi coi suoi retaggi hard rock, firmando hit radiofoniche come “Wash It All Away”, uno dei pezzi più commerciali ed orecchiabili mai composti dai 5FDP. Non devono disperare, in ogni caso, gli appassionati del lato più agguerrito del quintetto, dove il leader Zo detta legge con le sue chitarre mitragliatrici: la title track, “No Sudden Movement” e “Boots And Blood” sono anthem da carro armato che scateneranno l’inferno nel pit e nelle basi NATO. Dopo l’abbuffata esagerata di contenuti nel doppio album qualcuno si aspettava una svolta, un “Black Album”, un “Follow The Leader”. Di fatto la svolta non c’è, ma si possono criticare 11 brani che distillano potenza, arroganza e swagger, dannatamente ben rifiniti anche nelle sfumature eccessivamente ruffiane? Si può rimanere delusi da un album con 11 potenziali singoli, destinato a dominare charts e playlist, senza dannati cali di tensione? I Five Finger Death Punch continueranno a riempire la bocca di tutti, perché “Got Your Six” li fa salire di un gradino ulteriore nei ranghi del metal contemporaneo, forti delle legioni di fan che senza ombra di dubbio ne adoreranno il contenuto. Implacabili.