8.0
- Band: FIVE FINGER DEATH PUNCH
- Durata: 00.40.17
- Disponibile dal: 19/11/2013
- Etichetta:
- Eleven Seven Music
- Distributore: Warner Bros
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Mossa coraggiosa programmare una grande mole di lavoro in due album pubblicati a breve distanza, anche dopo il riuscito esperimento della “House Of Gold And Bones” ad opera degli Stone Sour. Riusciranno i Five Finger Death Punch ad essere all’altezza di loro stessi, della propria ambizione e dell’hype generato? A pochi mesi dal “Volume 1”, il doppio “The Wrong Side Of Heaven…” viene completato nel migliore dei modi: undici brani di spessore, che con la distanza di qualche mese possono essere apprezzati per le leggere differenze oltre che per le ovvie similarità. La bontà del materiale, infatti, essendo l’intera opera composta nello stesso periodo, è la stessa dell’album precedente, che fonde attitudine e una solida base heavy a melodie da rotation radiofonica. Il “Volume 2” però è leggermente più oscuro e pesante del primo capitolo, contenendo allo stesso tempo anche i segmenti più leggeri della raccolta nella sua completezza (il singolo da classifica “Battle Born”, il segmento strumentale “The Agony Of Regret” e la successiva “Cold”). Constatata l’ottima prova di Ivan Moody, che non ci stanchiamo di incensare come un cantante completo, e lo stato di grazia del lead guitarist Jason Hook, che da “American Capitalist” ha fatto un salto incredibile, questa volta mettiamo sul podio la coppia Zoltan Bathory/Jeremy Spencer, autori di ritmiche fenomenali che possiamo definire con cognizione di causa la spina dorsale delle canzoni. Non stiamo confondendo Zoltan col barbuto Chris Kael al basso: la baritona del chitarrista di origini ungheresi è suonata con quello stile particolare e quasi percussivo (evoluto album dopo album) tale da avvicinarsi ulteriormente al territorio ritmico di basso e batteria, svettando per peculiarità dalla concorrenza. Se non ci stupiamo davanti a pezzi come l’opener “Here To Die” o “Wrecking Ball” (che ricalca le orme dell’ottima “Burn MF”) è la conclusiva “House Of The Rising Sun” a lasciare a bocca aperta, chiudendo col botto con un rifacimento molto viscerale, coinvolgente e particolare della famosissima canzone folk riportata recentemente in auge dal serial Sons Of Anarchy, una hit dal potenziale elevatissimo e probabilmente la miglior cover mai realizzata dal gruppo. Dopo un doppio album come “The Wrong Side Of Heaven…” e il folgorante debutto live in Italia possiamo dirlo: per molti il 2013 è l’anno dei Death Punch!