voto
7.0
7.0
- Band: FLOTSAM AND JETSAM
- Durata: 00:47:16
- Disponibile dal: 13/09/2024
- Etichetta:
- AFM Records
Spotify non ancora disponibile
Apple Music:
E siamo a sedici dischi in quattro decenni per la premiata ditta Flotsam And Jetsam di Phoenix, Arizona. Da una band attiva dai tempi in cui sui giornali i nuovi dischi erano “Killers” e “Welcome To Hell”, potremmo ormai anche accettare qualche lavoro non proprio al top, un po’ scarico, ma i Flots questo non lo sanno e continuano a sfornare dischi con l’energia di una band agli esordi.
Che dire, la seconda giovinezza degli americani continua imperterrita, e “I Am The Weapon” conferma uno stato di forma davvero notevole: circa tre quarti d’ora di power thrash all’americana che, pur senza suonare particolarmente originale, riesce a risultare carico a mille, con melodie che restano impresse al primo ascolto, godibili, divertenti e ben funzionanti.
Non sappiamo a chi abbiano venduto l’anima Eric A.K. e Michael Gilbert per mantenere questo stato di grazia, tanto per la prova vocale di A.K. che per la varietà di riff di chitarra, ma la band sembra aver condensato quarant’anni di heavy metal in un bignami per nuovi e vecchi ascoltatori, mostrandosi affiatata e potente. Ci troviamo così ad ascoltare passaggi di chitarra ispirati, ritornelli ben studiati e nati per essere cantati dal vivo, brani la cui scrittura sembra presa da un manuale del metal (“Cold Steel Lights” ad esempio), e la verità è che ascoltando “I Am The Weapon” tutto assieme, non arriva mai quel senso di noia o di voler andare a riprendere i primi dischi per ascoltare la miglior versione del gruppo (con tutto che i primi due sono quelle bombette che sono).
Non stiamo parlando del nuovo “Master Of Puppets”, ma la scrittura dei Flotsam And Jetsam del 2024 riesce a essere tradizionale senza risultare datata, fresca senza perdere di vista i sacri dettami del metal degli anni passati. I Flotsam vanno avanti per la loro strada con orgoglio e dignità, e, pur non componendo dischi da annali del metallo, riescono anche stavolta a portare a casa un ottimo risultato di power thrash venato di musicalità, pur con qualche episodio meno esaltante (“The Head Of The Snake”, “Beneath The Shadows”, con ritornelli meno riusciti e un mood un po’ datato) e una produzione un po’ troppo pompata che non rende giustizia alla viscerale baldanza della band.
Qualche difetto, si, ma in generale preferiamo notare come, pur suonando musica non particolarmente originale né sorprendente, con la giusta dose di talento si possano ancora scrivere dischi degni dei nostri sudati risparmi, altro che cercare di stupire a tutti i costi: se questa è la forma, auguriamo a questi ragazzotti di suonare per altri quarant’anni.
Che dire, la seconda giovinezza degli americani continua imperterrita, e “I Am The Weapon” conferma uno stato di forma davvero notevole: circa tre quarti d’ora di power thrash all’americana che, pur senza suonare particolarmente originale, riesce a risultare carico a mille, con melodie che restano impresse al primo ascolto, godibili, divertenti e ben funzionanti.
Non sappiamo a chi abbiano venduto l’anima Eric A.K. e Michael Gilbert per mantenere questo stato di grazia, tanto per la prova vocale di A.K. che per la varietà di riff di chitarra, ma la band sembra aver condensato quarant’anni di heavy metal in un bignami per nuovi e vecchi ascoltatori, mostrandosi affiatata e potente. Ci troviamo così ad ascoltare passaggi di chitarra ispirati, ritornelli ben studiati e nati per essere cantati dal vivo, brani la cui scrittura sembra presa da un manuale del metal (“Cold Steel Lights” ad esempio), e la verità è che ascoltando “I Am The Weapon” tutto assieme, non arriva mai quel senso di noia o di voler andare a riprendere i primi dischi per ascoltare la miglior versione del gruppo (con tutto che i primi due sono quelle bombette che sono).
Non stiamo parlando del nuovo “Master Of Puppets”, ma la scrittura dei Flotsam And Jetsam del 2024 riesce a essere tradizionale senza risultare datata, fresca senza perdere di vista i sacri dettami del metal degli anni passati. I Flotsam vanno avanti per la loro strada con orgoglio e dignità, e, pur non componendo dischi da annali del metallo, riescono anche stavolta a portare a casa un ottimo risultato di power thrash venato di musicalità, pur con qualche episodio meno esaltante (“The Head Of The Snake”, “Beneath The Shadows”, con ritornelli meno riusciti e un mood un po’ datato) e una produzione un po’ troppo pompata che non rende giustizia alla viscerale baldanza della band.
Qualche difetto, si, ma in generale preferiamo notare come, pur suonando musica non particolarmente originale né sorprendente, con la giusta dose di talento si possano ancora scrivere dischi degni dei nostri sudati risparmi, altro che cercare di stupire a tutti i costi: se questa è la forma, auguriamo a questi ragazzotti di suonare per altri quarant’anni.