FLOWERS IN DARK – Celestial Vengeance

Pubblicato il 01/06/2023 da
voto
7.0

Spotify:

Apple Music:

Esordire discograficamente sulla lunga distanza a ventisette anni dalla propria fondazione? Sì, forse non è una novità assoluta in ambito heavy metal, dove le mille storie dei milioni di band succedutesi nel corso degli anni prendono pieghe assolutamente impreviste, però è certamente un evento raro, molto raro. I milanesi Flowers In Dark arrivano oggi, nella primavera 2023, a confermare la regola con la loro eccezione.
I nostri portacolori si formano infatti nel 1996, in pieno momento espansivo delle sonorità gothic metal unite ad elementi death, doom e sinfonici, nelle quali molto spesso giocava un ruolo importantissimo l’alternanza vocale tra la voce femminile angelica e quella maschile gutturale. Essendo originari del milanese, viene ovvio associare i Flowers In Dark a formazioni come primi Lacuna Coil e Macbeth, sia per provenienza geografica, sia per sonorità espresse. Poi, chiaramente, se vogliamo allargare quello che all’epoca poteva essere lo spettro d’influenze dei giovani Flowers In Dark possiamo tranquillamente citare i Theatre Of Tragedy, i Paradise Lost, i primi The Gathering, qualcosa dei My Dying Bride, comunque musica dal forte sentore oscuro ma non troppo cupa e tragica.
Dopo un demo nel 1997 (omonimo) ed un EP l’anno dopo (“Here Lies The Fairy”), ecco il grande silenzio durato praticamente vent’anni, fino al 2018, quando viene pubblicato un nuovo EP dal titolo eloquente di “I Made Silence Around Me”. Ed infine si giunge ai giorni attuali, con il sestetto lombardo, sicuramente maturato e – ahiloro! – invecchiato – che si rilancia nel moderno calderone metallico con il primo full-length della sua storia, “Celestial Vengeance”, dotato di un cover artwork che non passa certo inosservato, prestante figura angelica accecata, ricoperta di sangue e avvolta nelle fiamme. Associare tale immagine ad un gothic-death metal intriso di epicità e sinfonia non è affatto difficile.
Ed infatti è così. “Celestial Vengeance”, prodotto con potenza, pulizia e tutti i crismi che necessitano oggigiorno nel genere, ci mostra una formazione che sa come scrivere una canzone ridondante, possente e piena di pathos, che abbia la sua sana dose di drammaticità e che trasudi anche romanticismo da ogni nota. Per farla breve: i Flowers In Dark padroneggiano il loro genere e soprattutto la loro musica con sapienza ed elevato savoir-faire. In più – e qui sta a voi considerarlo un elemento positivo oppure negativo: la band non cerca praticamente mai il ritornello catchy, la classica forma-canzone, l’immediatezza di una melodia particolarmente semplice che si stampa in testa in mezzo secondo; no, i Nostri costruiscono i loro brani ponendo in prima battuta o le chitarre o le tastiere, per poi evolvere in modo quasi progressivo inerpicandosi su saliscendi compositivi che, soprattutto durante i primissimi ascolti, rendono arduo penetrare nel concetto espressivo del gruppo: ci sono le due voci (Eleonora e Simone), i chitarroni gotico-melodici con puntatine in un thrash-death metal accennato, le tastiere ad avvolgere ogni cosa ed una capace sezione ritmica, ma tutto appare senza meta alcuna, ancor più in modo evidente se per caso vi aspettiate che parta il pezzone-hit à la Evanescence, ad esempio.
E no, i Flowers In Dark vanno ascoltati con attenzione e tali ascolti vanno perpetrati. Allora sì che scoprirete e riuscirete ad apprezzare tutto lo sforzo compositivo svolto per “Celestial Vengeance”, che funziona bene in blocco, lasciandolo scorrere tutto d’un fiato, in modo da assaporarne il mood complessivo e l’appeal generale, senza stare a cercare quel brano così e quel brano colà, men che meno un possibile singolo. Ecco che, allora, realizzerete come questo lavoro abbia un’anima ed un cuore retrò, pur presentandosi con una corazza del futuro prossimo.
Un pelino troppo prolisso e ripetitivo – noi avremmo tolto uno-due brani dalla tracklist, ma dopo decadi d’attesa è comprensibile la volontà di pubblicare del materiale corposo, quindi poco male – il disco in questione è ben rappresentato, se proprio vogliamo citare qualcosina, dalle centrali “Why?” e “Wooden Embrace” (da segnalare l’intenso duetto tra le due voci accompagnate da chitarre soffuse ed ipnotiche, e la chiosa vocale lirica finale), dalla title-track (che con “Why?” si divide la palma di canzone più aggressiva del lotto), da “Beneath The Tides” (il cui arpeggio portante presenta una decisa vicinanza a “Falling”/”Falling Again” dei Lacuna Coil) e da “Into Sand”, una rivisitazione di un brano presente sul demo d’esordio che suona del tutto calzante.
Una valida autoproduzione, dunque, che speriamo trovi l’attenzione che meriti: il pubblico a cui si rivolge non è solo quello abituato alle ‘commercialate’ del symphonic-gothic metal, bensì potrebbe coinvolgere maggiormente gli amanti delle sperimentazioni dei Nineties in ambito gothic, death e doom metal, chiaramente con uno sguardo rivolto più all’approccio romantico-decadente che a quello macabro-orrorifico. Date loro una possibilità.

 

TRACKLIST

  1. Dying Moment
  2. Beneath The Tides
  3. Crimson Onslaught
  4. Why?
  5. Wooden Embrace
  6. Celestial Vengeance
  7. Into Sand
  8. Monolith Of Doubt
  9. Over The Shore
0 commenti
I commenti esprimono il punto di vista e le opinioni del proprio autore e non quelle dei membri dello staff di Metalitalia.com e dei moderatori eccetto i commenti inseriti dagli stessi. L'utente concorda di non inviare messaggi abusivi, osceni, diffamatori, di odio, minatori, sessuali o che possano in altro modo violare qualunque legge applicabile. Inserendo messaggi di questo tipo l'utente verrà immediatamente e permanentemente escluso. L'utente concorda che i moderatori di Metalitalia.com hanno il diritto di rimuovere, modificare, o chiudere argomenti qualora si ritenga necessario. La Redazione di Metalitalia.com invita ad un uso costruttivo dei commenti.