FORDOMTH – I.N.D.N.S.L.E.

Pubblicato il 15/12/2018 da
voto
7.0
  • Band: FORDOMTH
  • Durata: 00:56:01
  • Disponibile dal: 10/11/2018
  • Etichetta:
  • Endless Winter

Spotify:

Apple Music:

Una spessa nebbia avvolge “I.N.D.N.S.L.E.”, piega il capo e costringe a una sofferta genuflessione, aspettando di pagare un tremendo prezzo ai peccati commessi in vita. L’esordio dei siciliani Fordomth dà quello che promette, ovvero un funeral doom sofferto, autolesionista, chiuso su se stesso in un rituale di autofustigazione e dedizione al Male che non concede alcuna grazia. Un disco registrato nell’estate del 2015, che arriva a noi dopo anni tormentati per il combo catanese, contraddistinti da abbandoni e silenzi, che portano la line-up originaria (quella partecipante a “I.N.D.N.S.L.E.”) all’attuale formazione a quattro elementi. Una registrazione piuttosto scarna e leggera, un po’ demodé se vogliamo, e affine a certi piccoli squilibri che si possono udire, ad esempio, in pubblicazioni underground esteuropee, non toglie fascino a composizioni uggiose e malefiche, attratte inesorabilmente da abissi di disperazione e in parte soggiogate da una più poetica malinconia da gotico inglese. A questa relativa dicotomia una buona parte del merito va ascritta ai botta e risposta fra i due cantanti; il lirico, a volte epico pulito di Federico Indelicato, e il profondissimo, ruggente growl di Gabriele Catania. Si accostano spesso le due voci, oppure si intervallano a intervalli minimi fra di loro, acuendo sensazioni di profonda prostrazione e dando l’idea di un lento, regolare scivolamento nell’oscurità. Se la sezione ritmica procede monocorde, permettendosi pochi rintocchi e suonando francamente sin troppo elementare nei suoi pattern, le chitarre al contrario si concedono riff lunghi e maestosi e disegnano per mezzo di un’efficace effettistica soundscape quasi di impronta ambient.
Il meglio la band lo concede nei quasi venticinque minuti di “Chapter III – Eternal Damnation”, che vive di infiniti arpeggi, arie minacciose, recitati spettrali, una pressione intollerabile figlia degli Evoken più cupi e un retaggio di cieca disperazione che volge lo sguardo al depressive black metal. Quando il sound prende coloriture particolarmente nere e catastrofiche, non si può non pensare al bieco nichilismo dei Funeralium, anche se i Fordomth non si permettono le rabbiose accelerazioni del quintetto transalpino. Non mancano invece attimi di desolata eleganza, non solo nell’ottima strumentale “Chapter IV – Interlude”, nobilitata dal violino di Federica Catania, ma a intermittenza in altri punti del disco; filtra qui un senso di penosa decadenza, come la visione di un cimitero che lentamente cade in rovina, preda dell’abbandono e dell’incuria. La conclusiva titletrack calca i toni su bestiali invocazioni a Lucifero e inserisce atmosfere puramente black metal abbastanza forzate, diluendo quel sentire depresso, genuinamente luttuoso, che così bene le tracce precedenti avevano evocato. Una piccola caduta, che non toglie valore a un’opera interessante, imbevuta di una negatività che fatica a scrollarsi di dosso, anche al termine dell’ascolto.

TRACKLIST

  1. Chapter I – Intro
  2. Chapter II – Abyss of Hell
  3. Chapter III – Eternal Damnation
  4. Chapter IV – Interlude
  5. Chapter V – I.N.D.N.S.L.E.
0 commenti
I commenti esprimono il punto di vista e le opinioni del proprio autore e non quelle dei membri dello staff di Metalitalia.com e dei moderatori eccetto i commenti inseriti dagli stessi. L'utente concorda di non inviare messaggi abusivi, osceni, diffamatori, di odio, minatori, sessuali o che possano in altro modo violare qualunque legge applicabile. Inserendo messaggi di questo tipo l'utente verrà immediatamente e permanentemente escluso. L'utente concorda che i moderatori di Metalitalia.com hanno il diritto di rimuovere, modificare, o chiudere argomenti qualora si ritenga necessario. La Redazione di Metalitalia.com invita ad un uso costruttivo dei commenti.