7.5
- Band: FORGOTTEN TOMB
- Durata: 00:41:22
- Disponibile dal: 12/07/2024
- Etichetta:
- Agonia Records
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Dai Forgotten Tomb è quanto mai prevedibile attendersi velleità creative non propriamente ordinarie. In venticinque anni di carriera, il gruppo italiano ci ha abituato a contaminazioni insolite e a cambi di rotta anche piuttosto bruschi, quindi non dovrebbe sorprendere che “Nightfloating”, opera che appunto celebra questo quarto di secolo di attività, si configuri come un lavoro strutturato e dichiaratamente ambizioso.
La discografia dei Forgotten Tomb è del resto un continuo esplorare diverse sfumature del metal. Dai primordi black/doom dei primi anni Duemila, passando per le contaminazioni sludge e il progressivo irrobustimento del sound, la band di origine emiliana ha spesso saputo reinventarsi. “Nightfloating” si inserisce in questo percorso come un capitolo che cerca di unire certo passato e il presente, trovando un proprio equilibrio tra tradizione e rinnovata voglia di guardare altrove.
Fin dalle prime note, è chiaro che “Nightfloating” sia un album che non ha paura di mescolare le carte: si percepisce subito un certo distacco dai toni più sporchi e veementi degli ultimi lavori, in favore di un ritorno a una melodia più prominente, senza però abbandonare completamente l’attitudine sfrontata che ha fortemente caratterizzato l’ultima parte di carriera di Ferdinando ‘Herr Morbid’ Marchisio e soci. L’equilibrato interplay tra le varie influenze e le tante parti in gioco è il valore aggiunto in questo disegno musicale, dove, al di là del sempre apprezzabile affiatamento di base del quartetto, sembrano ancora una volta prevalere gli intenti di una idea compositiva ben lontana dalla convenzionalità e da certe leggi di ‘mercato’.
La title-track e “A Chill That You Can’t Taint” sono perfetti esempi del suddetto equilibrio e dell’attuale visione musicale della formazione: entrambe le tracce, nella loro snellezza e nel puntuale recupero di un mood più melodico/malinconico, ricordano il periodo di “Under Saturn Retrograde” e “…and Don’t Deliver Us from Evil”, con passaggi di chitarra solista che in qualche caso flirtano persino con arie classic metal.
La title-track, in particolare, si presenta come un nuovo inno notturno di tipica matrice ‘vecchi Forgotten Tomb’, con un gusto melodico che, pur mantenendo quel classico carattere vizioso della band, si arricchisce di sfumature che evocano un marcato senso di nostalgia che riporta a certo background dei Nostri.
Suonare per emozionare ed emozionarsi, ma cercando al contempo di sperimentare alcune inedite contaminazioni: sembra essere questo l’obiettivo ultimo di “Nightfloating”. Piuttosto esemplificativa, in quest’ultimo senso, l’inclusione di un episodio come “Drifting”, un esperimento di dungeon synth che rappresenta una novità per la band e che finisce per spiccare non poco all’interno della tracklist, apparendo sulle prime un po’ fuori luogo, ma a conti fatti aggiungendo un’ulteriore dimensione alla varietà complessiva del disco.
Altrettanto interessante, infine, “A Despicable Gift”, una delle tracce più complesse e articolate del lavoro: la canzone mescola elementi che rimandano alla vecchia scuola del black metal norvegese, con qualche cenno al classico Conte, e i tipici temi più ariosi del gruppo, dimostrando l’abilità dei Forgotten Tomb nel fondere suggestioni diverse in un insieme coeso. La struttura del brano e le sue soluzioni compositive evidenziano la maturità artistica raggiunta in questi decenni di carriera e l’abilità dei ragazzi nel raccontare storie tragiche attraverso una fusione di melodia e oscurità.
Se il gruppo ha già lambito la perfezione o qualcosa di simile con opere come “Songs to Leave”, “Love’s Burial Ground” o “Under Saturn Retrograde”, oggi quella stessa materia emotiva viene rielaborata con un approccio diverso, magari meno sorprendente, ma nel complesso ampiamente persuasivo. Per i fan di lunga data, “Nightfloating” potrebbe pure rappresentare un ritorno alle origini, un riavvicinamento a sonorità che hanno caratterizzato i momenti più apprezzati della discografia. Allo stesso tempo, la varietà e il dinamismo presenti nella tracklist potrebbero attirare nuovi ascoltatori, curiosi di scoprire le diverse sfaccettature del sound di una realtà dall’indubbio respiro internazionale, che sa sempre come risultare efficacemente contemporanea.