7.5
- Band: FORGOTTEN TOMB
- Durata: 00:40:40
- Disponibile dal: 08/05/2020
- Etichetta:
- Agonia Records
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I Forgotten Tomb sono da tempo puntualissimi nelle pubblicazioni. Da ormai un decennio il gruppo sembra avere adottato una rigorosa disciplina nel confezionare nuovi album, spinto da un impulso creativo che è anche sinonimo di una costante evoluzione e di una rifinitura di quanto realizzato in precedenza. Oggi, seguendo una linea rossa di continuità con le loro ultime uscite, Ferdinando Marchisio e compagni tirano fuori una nuova manciata di brani che ancora una volta li vedono mettere in primo piano soprattutto i loro istinti più belluini e rimestare un suono che rifugge facili catalogazioni in favore di una polarità quasi animalesca. “Nihilistic Estrangement” appare sin dal primo ascolto un lavoro dai vari volti, con una tracklist centrata ora sulla rappresentazione di uno sfogo attraverso quel duro linguaggio black/sludge – quasi da Eyehategod intrisi di una carica emotiva europea – ampiamente elaborato negli ultimi album, ora su trame più distensive e dalle geometrie in continua ridefinizione, le quali arrivano anche ad evocare certe istanze tipiche degli esordi. Potremmo definire l’opera una sorta di riassunto della carriera dei Forgotten Tomb, dove incontri-scontri sonori si stemperano gli uni negli altri, in una lunga galleria di forme musicali aperte, figure scontornate e galoppate elettriche dal grande vigore. Una varietà forse suggerita dall’importante traguardo del decimo full-length (se si tiene conto della raccolta “Vol. 5”): un passaggio, quest’ultimo, che potrebbe avere portato ad una riflessione su una carriera ormai ventennale e al conseguente recupero di qualche vecchia formula.
Registrato interamente in analogico per conferire al tutto un’impronta ancora più onesta e concreta, “Nihilistic…” non ha forse la compattezza e la gamma di hit immediate del precedente “We Owe You Nothing”, prediligendo un’indole più introversa e meno orecchiabile, ciononostante un episodio come l’ispiratissima opener “Active Shooter”, in perfetto equilibrio tra virulenza malsana e calibrate deviazioni nostalgiche, ci presenta subito una band che sa sempre come riempire i brani di una forte personalità. Tra le altre composizioni, emerge sensibilmente la lunga e dolente titletrack, pezzo che senz’altro farà drizzare le orecchie di tutti i fan di vecchia data del gruppo, dato che la malinconia sussurrata dalle sue melodie è capace di rimandare alle arie depressive black metal degli indimenticabili esordi. Davanti a canzoni di questa portata è facile giungere alla conclusione che i Forgotten Tomb abbiano realizzato un altro disco dagli sbocchi poco scontati, che merita di essere ascoltato con attenzione. Il sound è personale, la produzione è curata nei minimi dettagli e la volontà di andare avanti per la propria strada non si discute.