7.0
- Band: FRANCESCO FARERI
- Durata: 00:56:13
- Disponibile dal: 16/02/2012
- Etichetta:
- Last Debate Records
- Distributore: Andromeda
Spotify:
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Avevamo apprezzato le doti da shredder di Francesco Fareri già qualche mese fa, in occasione della recensione di “Shattered Silence” dei Virtual Mind, album progressive pubblicato ad inizio estate dalla nuova Last Debate Records. A distanza di qualche mese, l’etichetta tricolore torna sul mercato sempre giocando la carta del chitarrista Fareri, e ci propone la ristampa del suo secondo disco solista, originariamente inciso nel 2005. Per l’occasione, tutte le tracce di chitarre presenti sull’album sono state registrate nuovamente ed inoltre, in aggiunta alle otto canzoni oggetto di questa recensione, sono state inserite nella ristampa anche le backing track di tutte le composizioni, con lo scopo di far jammare gli aspiranti musicisti sopra le vorticose costruzioni ritmiche presenti sul disco. Come dicevamo in apertura, se già su “Shattered Silence” avevamo apprezzato lo stile funambolico e robusto del chitarrista romano, a maggior ragione rimaniamo piacevolmente soddisfatti da questo lavoro. Shredding allo stato puro, su composizioni dal gusto progressivo che portano però al 100% il marchio del puro ed incontaminato metallo. Questo vogliamo da un solista come lui! Viaggiando su ritmi quasi sempre elevati, tutte le composizioni qui presenti mostrano una struttura decisamente robusta e metallica, costituita da veloci basi ritmiche sulle quali si innestano senza posa lunghi momenti solisti ad opera sia della chitarra che anche di pianoforte o tastiere. Gli otto pezzi non si mostrano mai sterili o noiosi, e la libertà nella struttura delle varie composizioni permette a Fareri di mostrare tutta la sua bravura sia come ritmico che come solista, senza dover sottostare ad un approccio più ‘song oriented’, come accadeva con i Virtual Mind. In questo contesto, la fantasia compositiva del chitarrista è lasciata libera di agire e di creare come vuole, per un risultato sicuramente valido, piacevole e non stucchevole, anche se i vari pezzi sono comunque caratterizzati da un minutaggio sempre piuttosto elevato. Oltre che lodare la prestazione alla chitarra dell’autore del disco, non possiamo però non nominare due ospiti di lusso presenti sull’album: Bob Katsionis (Firewind, Revolution Renassaince), esecutore di assoli di tastiera su ben quattro delle otto canzoni, e l’arci-noto pianista ucraino Vitalij Kuprij, qui alle prese con l’assolo di piano sulla canzone “Winter”. Un disco che consigliamo ovviamente a tutti gli amanti dello shredding e del metal strumentale, ma anche a coloro che vano pazzi per il progressive metal o per il power. Una volta magari abituati alla mancanza del cantato, potrebbe piacervi.