8.0
- Band: FROM ASHES TO NEW
- Durata: 00:38:30
- Disponibile dal: 26/02/2016
- Etichetta:
- Eleven Seven Music
- Distributore: Universal
Spotify:
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Poser di tutto il mondo all’ascolto, adunata! Non lasciatevi ingannare dal monicker assonante (ai meno giovani ricorderà i compianti From Autumn To Ashes) o dalla copertina di stampo emo-core: quello che ci troviamo tra le orecchie è il degno successore degli Hollywood Undead nel loro periodo linkinparkiano (quello di “American Tragedy”, per intenderci), con in più una spruzzata di metalcore in stile Of Mice & Men e un po’ di elettronica / dubstep a là Enter Shikari. Ma andiamo con ordine. Formatisi in Pennsylvania dalle ceneri di alcuni progetti della scena locale (ecco spiegato il nome della band), i From Ashes To New nascono inizialmente come un divertissement tra amici, finché la demo di un loro pezzo non finisce on-line sui social – Facebook e Instagram, colonizzatori di quella che una volta era la cosiddetta generazione MySpace -, ‘costringendo‘ di fatto i Nostri a dare seguito alla collaborazione mettendo insieme un vero e proprio progetto. Vedono così la luce due EP nel 2015, accolti con entusiasmo da pubblico e critica, finché non arriva ora sotto l’egida della Eleven Seven questo “Day One”, opera prima destinata a fare il botto tanto tra i rimastoni di fine anni ’90 quanto tra i loro eredi degli ani ’10. Il termine di paragone principale, come evidente fin dall’attacco dell’opener “Land Of The Make Believe”, restano i sei mascherati di LA, ma rispetto a Charlie Scene e Deuce i Nostri si differenziano innanzitutto a livello di approccio – niente maschere da gangsta e spacconate tamarre / misogine, anche perchè l’MC della compagnia è stato educato fin da piccolo al christian-rock -, ma anche a livello musicale il melting pot riesce a differenziarsi dall’etichetta di ‘cloni di’. Partendo da una solida base rap-metal-conVocePulitaAllaChester, il sestetto alza il tiro mettendo la manopola del distorsore su ‘breakdown’ e mandando DJ Hahn a fare un corso di aggiornamento da Skrillex: il risultato lo potete sentire da soli, ascoltando su Spotify pezzi come “Shadows”, “Downfall” o “You Only Live Once”. Aggiungiamoci nel mezzo qualche frangente più pestone (“Face The Day”), ritornelli R&B alla Issues (“Breaking Now”) e assoloni da rock arena (“Every Second”) per sparigliare il mazzo, ed ecco giustificato il voto in calce. Che poi certo, fatta la tara all’entusiasmo iniziale, non stiamo parlando del nuovo “Hybrid Theory” – e, conseguentemente, difficilmente li vedremo passare per il Belpaese -, ma nel suo genere “Day One” resta quanto di meglio ci sia capitato di sentire da qualche mese a questa parte. Se il buongiorno si vede dal mattino, non vediamo l’ora che sorga l’alba del secondo giorno.